Recensione: Disclosure – EnergyIsland - 2020

I Disclosure di Energy: fra ritorni alle origini e sguardi altrove.

Recensione: Disclosure – Energy
Island – 2020

Ci hanno lasciato cinque anni fa con l’amaro in bocca. Il disco in questione era Caracal. Ci si aspettava molto dopo l’acclamato debutto del 2013, anno in cui con l’album Settle avevano convinto tutti al punto da sancire la nascita di una next big thing della dance britannica. I fratelli Lawrence ci sanno fare. Questo è quel che si diceva un po’ all’unisono a proposito dell’allora giovanissimo duo d’oltremanica. Poi la virata soul – r&b del secondo lavoro ha spiazzato. Il mood troppo soporifero, e l’eccesso di collaborazioni per una band così giovane, ha fatto pensare a una precoce sopravvalutazione.

Disclosure 2020

Quest’anno i Disclosure tentano di riappropriarsi di ciò che sanno fare meglio, la dance, allargando il ventaglio di influenze spaziando così da contaminazioni caraibiche a sonorità afro. Il risultato è altalenante. Intanto la struttura dell’album lascia qualche perplessità. Si parte benissimo. Con i primi tre brani (Watch Your Step, Lavender e My High) sembra di essere tornati ai fasti degli esordi, ovvero ai Disclosure di Settle in splendida forma. Bene anche a seguire la prima spruzzata esotica di Douha (Mali Mali), un brano in cui ben si coniugano la dance tipicamente brit con le sonorità africane artatamente stemperate.

 

La seconda parte di Energy, versione standard, purtroppo si adagia su una bronzea mediocrità, a tratti soporifera, non aiutata da un paio di ballate, un genere che non fa proprio parte dell’attrezzatura migliore dei Disclosure.

Disclosure – Energy: manca una direzione precisa

I nostri sembra non sappiano dove andare a parare per chiudere decorosamente. A sorpresa nella versione deluxe un’altra manciata di brani degni di nota alza il livello. Con Tondo e Etran siamo di nuovo nell’ambito delle contaminazioni ben riuscite. Tra Caraibi e Africa i due pezzi in questione giustificano l’estensione di un album, speriamo, di transizione. I Disclosure hanno tutte le carte in regola per trovare una collocazione adeguata. Energy nel complesso non è un brutto disco, ma al momento restiamo in attesa di qualcosa di meglio.

Disclosure – Energy
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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