Ela Minus DiaDomino

Una cantautrice elettronica? Ela Minus – DIA.

L’artista colombiana Ela Minus, il cui vero nome è Gabriela Jimeno Caldos, è emersa nella musica elettronica degli ultimi anni, parte di una scena centro-sud americana in ascesa nella quale si può almeno inserire Mabe Fratti e la purtroppo scomparsa Sophie. Nata a Bogotà, ha iniziato il suo percorso musicale come batterista in gruppi punk durante gli anni della formazione. Cercando di espandere i suoi orizzonti musicali, si trasferisce a Boston per frequentare il Berklee College of Music, dove studia batteria jazz. In questo periodo nasce il suo interesse per la musica elettronica, che la porta a sperimentare con i sintetizzatori e a progettare i propri strumenti. Ela Minus ha adottato ufficialmente il suo nome d’arte nel 2015, segnando l’inizio della sua carriera solista.

Le influenze

Ela Minus si è fatta notare per la prima volta con una serie di EP pubblicati in modo indipendente che l’hanno portata a firmare con Domino Records e a pubblicare il suo acclamato album di debutto, Acts of Rebellion, nel 2020. Dopo un lungo tour negli anni successivi alla pandemia, Ela ha iniziato a realizzare il suo secondo album, DIA. Fra le influenze cita Björk, James Blake, Helado Negro, Caribou, Nicolas Jaar e Floating Points, soprattutto per l’approccio ai sintetizzatori. Tuttavia, il disco è personale, curioso blend di cantautorato (certo sollecitato dall’esperienza solista) ed elettronica.

Le canzoni di DIA

I temi di Acts of Rebellion erano più apertamente politici, sebbene non militanti, DIA adotta un registro più intimo. Come nel precedente, l’apertura è fornita da uno strumentale: Abrir Monte.

Broken adotta i ritmi ipnotici della house, il cantato in inglese riflette sui fallimenti personali, ma la traccia riesce nel complesso tutto tranne che deprimente. Fa parte di una schiera di potenziali singoli, insieme a I Want to Be Better, Onwards, Upwards e la mia preferita, QQQQ, in spagnolo (lingua nella quale mi pare Ela canti meglio). In DIA, Ela Minus non fa mancare momenti più oscuri, industriali, come Idols, IDK (un brano senza batteria guidato da synth ronzanti e pulsazioni di basso viscerali). La conclusiva Combat è diversa da quanto sentito prima, con aperture orchestrali e un suono celestiale, è l’unico brano non notturno di DIA.

DIA si attesta su poco più di mezz’ora, ma è sufficiente per mostrare il talento versatile di Ela Minus e confermare le ottime impressioni dell’esordio.

Ela Minus – DIA
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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