Feu! Chatterton – Palais D’Argile

Recupero tardivo per gli eccellenti Feu! Chatterton di Palais D’Argile.

I Feu! Chatterton (il nome è una giustapposizione fra “fuoco!” e Chatterton, in omaggio al poeta Thomas Chatterton) si formano a Parigi all’inizio dell’ultimo decennio, hanno conosciuto un buon successo in Francia e hanno all’attivo due EP e tre LP. L’ultimo, Palais D’Argile (Universal Music Division / Virgin Records), è uscito già da diversi mesi, ma la mancata promozione live (ci stanno pensando in questo autunno, però) l’ha fatto passare un po’ in sordina. È tuttavia il caso di recuperarlo perché è il loro migliore e, in un periodo avaro in fatto di rock, è anche fra i più validi che mi sia capitato di ascoltare. Arthur Teboul, Clément Doumic, Sébastien Wolf, Antoine Wilson e Raphaël de Pressigny suonano un pop-rock con strumenti tradizionali per il genere, senza però disprezzare incursioni synth-pop e nessi con la canzone francese, da Serge Gainsbourg ad Alain Bashung. Non dispiacciono i riferimenti letterari, la voce peculiare del cantante, lievemente sopra le righe, i testi fra il sentimentale e la critica della modernità. È un insieme non nuovo per il rock made in France, ma i Feu! Chatterton di Palais D’Argile sanno eseguirlo con particolare classe.

Una band di enorme classe.

La prima parte del disco è anche quella più pop, più orecchiabile, a partire dal singolo Un Monde Nouveau, facile quanto piacevole, si memorizza subito. Cristaux Liquides parte lenta e si fa intensa, con coda dance inattesa, ottimi arrangiamenti funky, si vede che la band ha raggiunto una grande intesa strumentale. Écran Totale continua con la dance sintetica (nel video Denis Lavant), mentre Avant Qu’il N’y Ait Le Monde potrebbe richiamare i Radiohead, certamente una band presente fra gli ascolti di Feu! Chatterton, ma in chiave melodica francese, con belle aperture psichedeliche, così come Aux Confins. L’onirica La Mer (i Noir Desir nemmeno sono lontani) introduce il pezzo centrale, la lunghissima Libre, che con i suoi dieci minuti tiene incollati all’ascolto. A tratti quasi prog, suona come il pezzo che i Foals non sono mai stati in grado di realizzare.

 

E poi da questo momento in poi i Feu! Chatterton rallentano il ritmo con una serie di ballate, con una menzione per le splendide Cantique e Ces Bijoux De Fer (lo spirito di Léo Ferré aleggia), interrotte dalla sferzata elettrica di L’Homme Qui Vient: ed è così che gli oltre sessanta minuti di Palais D’Argile passano in un attimo. Una delle grandi sorprese, benché tardiva, mea culpa, di questo 2021, uno di quei dischi al quale tornare nel tempo.

Feu! Chatterton – Palais D’Argile
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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