Pericolo giallo

Uno sguardo sulla storia e sul presente: Giorgio Canali & Rossofuoco Pericolo Giallo.

Il ritorno su disco di Giorgio Canali & Rossofuoco parte dal mondo del dopo-pandemia e affronta con il solito sarcasmo pungente e diretto alcuni temi centrali del nostro tempo, già in parte sottointesi nel titolo, dove il Pericolo giallo (La Tempesta Dischi) si riferisce a quando, alla fine dell’800, in Europa venne alimentata ad arte la paura dell’invasione della popolazione cinese in costante crescita in confronto a quella occidentale. Ecco quindi il tema delle paure indotte nella popolazione e della creazione di false emergenze, che diventerà da lì in poi uno strumento nelle mani dei governi per addomesticare la popolazione, accompagnato dall’uso sempre più spregiudicato prima dei mass media e oggi dei social, per uniformare tutti ad un pensiero sempre più omologato e sempre meno critico.

L’attacco del disco

Il disco si apre con un tono quasi ottimista con l’immagine del sole, immagine che ritroveremo più volte in molte canzoni dell’album. C’era ancora il sole gode di una melodia che avvolge e conquista al primo ascolto con un ritmo arrembante. Un ottimo inizio e una grande prova per Canali e la band. Qui il sole sembra portare speranza, anche se intorno arrivano le ombre nere dello squadrismo e dei lacrimogeni, in un presente descritto da Canali con la solita vena ironica e sarcastica che lo contraddistingue.

Il brano introduce così ai toni più scuri di Un filo di fumo, un rock veloce e cattivo, con una visione lucida e cupa del nostro paese, dove ritornano i fantasmi delle stragi di Stato, con i loro colpevoli ancora impuniti. E in Morti per niente, con il suo elenco che parte dalle più trucide stragi nazifasciste per arrivare a Genova 2001, passando per Scelba, stragi di Stato e anarchici che volano dalle finestre, ce n’è anche per la cosiddetta sinistra moderata, che ha rinunciato a lottare disperdendo un patrimonio di conquiste sociali per le quali hanno dato la vita i partigiani.

La title track

Nella visione di Canali, in questo disfarsi di un pensiero critico hanno un ruolo fondamentale le paure indotte e i mass-media. Quelle raccontate in Pericolo giallo, ancora una grande melodia, dove si ironizza su chi governa con la paura. Il “potere”, dice Canali, utilizza il terrorismo mediatico come strumento di controllo, inventandosi sempre nuove emergenze per giustificare i giri di vite (guarda sul menù qual è l’allarme del giorno, quello che toglie il ribelle di torno), relegando il malumore allo sfogo sui social (nell’attesa che torni ancora il pericolo giallo, resta nascosto dietro la tastiera, manda affanculo la terra intera). E il “pericolo immigrazione”, una volta “giallo” e oggi “nero”, il cui allarme vediamo ancora oggi tutti i giorni (e se qui tutto va in malora è colpa del pericolo nero, gente che se non la inghiotte il mare va a delinquere o ti ruba il lavoro), torna anche nella ballata rock di Quando si spegne il sole (per un po’ di sole in più devi saper nuotare e pregare che nessuno si metta a sparare), insieme alle morti bianche e alle trame nere.

Come i social e i mass media vengano utilizzati dal potere, Canali lo descrive in Pulizie etiche, un altro rock dai toni cupi e dalle grandi chitarre, dove tra influencer, televisione, pulizia etica e politicamente corretto, si ha la sensazione di essere come bloccati in una bolla anestetizzante che omologa tutti, anche chi un tempo si definiva ribelle, che Canali sbeffeggia in Come si sta (La guerra di Pierrot) descrivendolo come un pagliaccio succube dell’omologazione della tv (facevi il ribelle e ora ti unisci al coro, dimmi pagliaccio, come si sta in questo luogo comune dove tutti la pensano come te? come si sta con queste nuove paure che ti porta in casa la tivù?). Concetto ribadito in Cosmetico, dove tutto diventa utile al potere per un altro giro di vite.

Solo dall’amore sembra venire un pur tenue filo di speranza. Quello cantato in Solo stupida poesia, un brano quasi pop dalla melodia delicata, dove il sole è quello del raggio di luce portato dall’amore: certo, è solo una stupida poesia, ma quanto è difficile parlare d’amore in maniera così semplice e originale? Oppure quello di Meteo in quattroquarti, un lento dove torna ancora il sole e forse si può tornare a sognare anche se intorno a noi si alza il vento. O infine l’amore salvifico di A occhi chiusi, un atto d’accusa violentissimo contro tutto e tutti (canzoni di merda, stronzi in mimetica che giocano alla guerra, stelline del pop che sfasciano la chitarra, primi ministri che si arrampicano sugli specchi), in cui l’amore può salvare se non la società almeno il singolo individuo. Anche La fine del mondo, una ballata rock dalla grande apertura melodica scritta da Aleph Viola, nonostante il titolo chiude il disco con un sorriso di speranza (me ne vado, ho paura ma in fondo, se ti guardo negli occhi mi scappa un sorriso).

Pericolo giallo: un disco rock denso di significati per Giorgio Canali & Rossofuoco

Quella che Giorgio Canali & Rossofuoco descrivono con sarcasmo in Pericolo giallo è un’Italia schiacciata tra la pandemia e la guerra, dove un “potere” non ben identificato utilizza lo strumento della paura per tenere sotto controllo i cittadini sudditi. Un paese dove sembra che ormai non si ribellino neanche più i “compagni”. È un’estremizzazione che se non sempre corrisponde alla realtà, rischiando di cadere nel complottismo qualunquista, serve però a Canali per far comprendere alcune idee invece molto chiare (l’utilizzo dei media per creare finte emergenze, l’uso della paura come metodo di controllo, il fascismo che non è mai realmente scomparso).

Il risultato di queste dodici canzoni è un disco che sa di rock e grandi melodie, dove colpiscono i suoni delle chitarre, a volte taglienti e affilate, altre volte quasi delicate. Al netto delle opinioni personali che ciascuno può avere sui molti problemi trattati, non si può negare che Canali abbia una forza espressiva notevole accompagnata da un carattere indomito, che ne fa uno dei più importanti esponenti del rock italiano.

Giorgio Canali & Rossofuoco – Pericolo Giallo
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Musicalmente onnivoro, tendo a non rinchiudere i miei ascolti in generi musicali definiti. Collaboro con radio locali e testate on line. Faccio parte della giuria di alcuni premi nazionali (Premio Tenco, Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale).

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