midlake for the sake of bethel woods

Dopo nove anni di silenzio tornano i Midlake con For The Sake Of Bethel Woods

Una lunga assenza, quella dei Midlake. Dopo l’abbandono di Tim Smith, successivo a The Courage Of Others, la band era ripartita senza grossi traumi, affidando le redini del gruppo a Eric Pulido. Da questa  nuova formazione era  uscito, nel 2013, il solo Antiphon, disco che,  seguendo la falsariga dei precedenti album, accontentava  i fan e la critica (anche se qui a Tomtomrock, all’epoca, aleggiavano  dubbi…), E ora, dopo anni, arriva For The Sake of Bethel Woods (Bella Union).

Il classico suono Midlake

A prescindere dal leader, ed escluso il primo capitolo (lo psichedelico  Bamnan And Slivercork), i  quattro episodi finora usciti (soprattutto questo e The  Trials Of Van Occupanther)  sono tappe che coniugano  apprezzabili armonie vocali con un accattivante, e abbastanza ‘classico’, impianto sonoro. La musica dei Midlake si ispira al folk-rock americano e ad un  certo prog melodico inglese (come  i Pink Floyd di mezzo, quelli tra Barrett e Dark Side). La loro lunga assenza  dalle cronache soniche è, almeno in parte, giustificata da svariate attività esterne, soprattutto il progetto BNQT, che vede Pulido assieme a membri di Travis, Franz Ferdinand, Band of Horses e Grandaddy (anche questa band è ferma al 2017 con il disco Volume 1).

For The Sake Of Bethel Woods riporta i Midlake ad alti livelli

I Midlake sembrano tornati  in  gran forma,  e già nel  titolo evocano le consuete ambientazioni pastorali e sognanti. For The Sake Of Bethel Woods inizia con un intro alla Fleet Foxes, breve ed evocativo, ma subito si sposta verso il suono galoppante che  è ormai un marchio di fabbrica del gruppo texano. Più avanti nella scaletta alcuni scostamenti dal canone ricordano, ancora, pagine storiche del soft-prog inglese, questa volta in zona Caravan (tolta, di questi ultimi, la parte più improvvisata che vira verso  il jazz-rock). Il disco  è stato ponderato a lungo e questo è sempre un bene, quindi  il bilancio è assolutamente positivo. D’altronde  i Midlake hanno ormai sé stessi come punto di riferimento, senza alcuna presunzione né debito da saldare.

Midlake - For The Sake Of Bethel Woods
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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