Runes Order & Regen Graves - Falsche Fragen

Falsche Fragen: il mondo perturbante di Runes Order & Regen Graves.

Forse il nome Runes Order, dietro il quale si cela l’inossidabile Claudio Dondo, dirà qualcosa ai seguaci di un certo genere che, partendo dall’industrial più seminale si è poi indirizzato verso lidi elettronici sperimentali ma sempre ammantati di un’aura tra l’esoterico ed un minimalismo a tratti kraut. L’illustre sodale di questa emissione stavolta è Regen Graves, chitarrista e fondatore degli Abysmal Grief, band debitrice se non altro per ispirazione a Death SS e affini, autore di diversi lavori come solista e qui in veste di efficace polistrumentista.
Il nuovo lavoro segue di qualche anno l’emissione di Fase XIV – a cui partecipò anche uno scribacchino di vostra conoscenza con una permutation spoken talmente trattata da non essere riconosciuta neppure dall’autore stesso e che oggi vale ‘na cifra – e vede il duo impegnato nello sviluppo, sempre presente nei lavori dei Runes Order, di tematiche a tratti occulte ma spesso riferite a suggestioni che questo mondo emana e, quindi, poco luminose, strano ma vero.

Falsche Fragen e le sue molte inquietudini

La metronomica progressione dell’iniziale Whiteout, che vede ospite Alice Kundalini con una ispirata vocalità sussurrante, cede il passo alla marziale Scatola Nera, fanfara ignota per la ricerca della conoscenza. What’s Behind The Curtain accenna una liturgia pagana devota al non noto, una domanda campionata che proviene dalla voce di Beth P. e che lascia poche speranze, mentre le note riecheggiano ansie gobliniane; Someone affida ad una intro percussiva elettronica l’avvicendamento di un bordone infettato da sogni tangerini; The Fridge vede di nuovo la partecipazione di Beth P. con la sua dubbiosa questione aperta mentre la base pare quasi essere elettronica danza che mai però lascia speranza nello spiccare degli arti inferiori.

Nature Is Our Only God , accompagnata dalla voce di Laura Agerli, pare persino riportarci dalle parti dei messaggi dal tempio di P-Orridgeiana memoria e Voci Che Ci Ascoltano mette pulci neuronali in orecchie biocorrotte, il media ci ascolta mentre gli altri ci sentono, inquietante invito al pensiero. The Sad Boar è Lovecraftiana al midollo, ti aspetti che Cthulhu esca dagli amplificatori da un beat all’altro; A Black Lounge Without Windows rallenta nuovamente i battiti suoi e nostri, gioia per gli audiofili ma auroclaustrofobici astenersi dall’ascolto; Nastro Nero, che nel titolo richiama la polanskiana Rosemary, è ammantata di little fluffy clouds , un ambient che più obscure non si può e che ci traghetta verso il finale di Bambino Morto che, nonostante il terrificante evocativo del titolo, è invece nenia persino seducente.

Il monolito sonico di Runes Order & Regen Graves

Insomma il sinistro duo è riuscito nel compito di emettere un monolito dove chi vorrà approfondire la conoscenza senza tirar ossa o finir bambino dello spazio potrà ampiamente trovar soddisfazione. Infine , siccome Runes Order è parco di produzioni ed ogni suo lavoro finisce poi su Discogs a prezzi da organi vitali, caldeggio l’accaparramento dell’oggetto solido questa volta pubblicato dalla ardita e coraggiosa BloodRock Records di Enrico Spallarossa, un vero e proprio garibaldino nel suo pubblicar musiche incredibilmente strane e che, in quanto tali, a me piaccion assai.

Runes Order & Regen Graves - Falsche Fragen
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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