The Outlaws - Legacy Live RecensioneSteamhammer - 2016
The Outlaws - Legacy Live Recensione
Steamhammer – 2016

Doppio album celebrativo per gli Outlaws a 40 anni dalla pubblicazione del loro primo lavoro.

La Legacy Live di una band ancora vitale

The Outlaws offrono una bellissima eredità che non rinnega nulla di quello che sono sempre stati: una band corposa, capace di mescolare il southern-rock con atmosfere country.

Quella che si era presentata come ‘the four guitar army’ rivela uno spirito ancora vitale. E questo nonostante gli anni passati abbiano tolto l’aggressività che era propria dei primi concerti live. Per intenderci quello spirito giovanile e più ‘hard’ che si ritrova in Bring It Back Alive, del 1978.

Certo, la mancanza di Hugh Thomasson si ritrova in ogni solo e anche nella miscela delle voci. Ma questa band va lodata anche per aver saputo affrontare e superare le difficoltà  e la perdita, lungo la strada, di molti dei membri della formazione originale. Billy Jone e Danny O’Keefe nel 1995, Thomasson nel 2007.

Quella attuale, a parte Henry Paul e Monte Yoho che erano già presenti nel primo album (l’omonimo Outlaws), comprende Clive Anderson, Randy Threet, Dave Robbins e Henry Grisham. Che, in diversi periodi e per tempi più o meno lunghi, avevano già fatto parte della band. Ed è questo l’aspetto che più si coglie, soprattutto per chi li ha seguiti negli anni: la capacità di essere dentro ogni singolo brano come se tutti avessero partecipato alla loro prima esecuzione.

Un omaggio degli Outlaws ai fan che li accompagnano da sempre

Ovviamente i primi tre album (Outlaws, Lady in Waiting e Hurry Sundown) sono quelli da cui vengono ripresi più brani. Mentre il periodo dal 1978 al 1986 è quasi del tutto assente. Maggiore spazio viene dato al loro ultimo lavoro in studio (It’s About Pride).

E’ inutile cercare novità nel loro suono. Anche se i tre chitarristi sanno offrire nuove tonalità e l’impasto delle voci sembra voler dire che tutti questi anni non sono passati affatto. Un disco che è un atto di affetto nei confronti di coloro che li hanno accompagnati anche nei momenti più tragici e difficili della loro carriera. E’ nelle note di copertina questo è sottolineato, esattamente come hanno sempre fatto.

Ecco. Basta chiudere gli occhi e ascoltare. Si torna indietro. E non è poco.

The Outlaws - Legacy Live
8,5 Voto Redattore
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Nato con i Beatles e cresciuto con il folk americano, ho trovato in Dylan la sintesi perfetta di ogni cosa. Suono da molti e molti anni, prima in un gruppo (La Via del Blues) e poi in un duo che spesso si moltiplica con la partecipazione di amici che vogliono condividere il piacere/ divertimento di scrivere pezzi propri (The Doorways). Tom Petty, Byrds, The Band, Eric Andersen, The Outlaws, Bruce Springsteen e tanti altri.... Per me Clapton è ancora Dio.

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