
Non nuovo ad esperienze cinematografiche in termini di colonne sonore, tipo Pola X di Carax, Scott Walker torna a farsi sentire, esclusivamente come compositore, con l’interessante score di The Childhood Of A Leader, pellicola diretta da Brady Corbet che si prospetta essere, a quando desunto da curiosità personale, di assai interessante valore.
Scott Walker è l’artista perfetto per mettere in musica la distopia
Trattandosi di affrontare l’immaginario di Jean Paul Sartre, la pellicola, divisa in tre capitoli, dividerà, a sua volta, il pubblico sia per il tipo di linguaggio cinematografico utilizzato che per, sostanzialmente, il messaggio quanto mai contemporaneo e, anacronisticamente, distopico e spiazzante.
Sono oramai diversi anni che Walker ha preso le distanze dall’immagine del crooner che lo ha reso celebre sin dagli anni ’60 e al cui stile tanti furono e, tuttora, son debitori, dal fu David Bowie al redivivo Nick Cave e le sue ultime uscite ci hanno costretto ad addestrar le orecchie per intraprendere percorsi sonori nudi e crudi – v. il recente Soused con i Sunn O))) – ma, nello specifico, ci si può conceder un relativo riposo.
A differenza di altre colonne sonore, un lavoro perfettamente compiuto
Il lavoro di composizione di Walker per la pellicola di cui sopra, quindi, ben si pone in essere per accompagnare siffatta narrazione, dipanandosi tra l’iniziale tuning dell’orchestra ed il drammatico incipit che mi ha molto ricordato Bernard Hermann, in frammenti di score di misura a tratti atonale, a momenti tardo romantica. Non mancano comunque i tratti caratteristici degli ultimi lavori di Scott Walker, incidenti sonori che si interfacciano su partiture più consuete, chiaroscuri affidati ad archi disciplinati e strumenti a fiato con funzione intrusiva.
Il rischio sovente dei soundtrack è che, scollegate dal contesto filmico risultino operine tronche. Qui la faccenda è senz’altro scongiurata, giuro.
7,8/10