di Antonio Vivaldi
Le prime note del nuovo album di Stephen Malkmus sfoderano un sorriso anni ’70 e fanno pensare a Jonathan Wilson. Con una differenza però: mentre Wilson si immerge in quell’epoca e la trasfigura come un sogno o un film di Wes Anderson, Malkmus ci mette un distacco un po’ troppo intellettuale, il suo sorriso è molto più indie-studiato. Per quanto migliore di tutti i precedenti lavori solisti dell’ex Pavement (e pur abbandonando dopo poco il cöté nostalgico), Wig Out At Jagbags insiste a proporre l’ossimoro del pop intelligente, ossimoro del quale son piene le fosse dei dischi invenduti (e pazienza), ma anche quelle dei dischi sentiti e subito dimenticati (e questo è più triste). Ecco dunque che Lariat cita i Grateful Dead e subito dopo Houston Hades menziona Slim Shady-Eminem per amor d’eclettismo, mentre un po’ più là Rumble At The Rainbo racconta la reunion di un vecchio gruppo punk senza risultare né triste né ironica e un paio di altri pezzi inseriscono i fiati giusto per potersi complimentare con sé stessi . Però il disco è fresco, gradevole, frizzante e analcolico; fosse uscito d’estate avrebbe avuto una più dissetante ragion d’essere.
6/10
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Stephen Malkmus & The Jicks – Cinnamon And Lesbians