di Mauro Carosio
Anders Trentemøller è giustamente considerato uno dei DJ più influenti della scena mondiale, per quanto il termine DJ sia un po’ limitante visto che il trentottenne danese è ormai un musicista a tutto tondo. Produttore, artista in proprio e talvolta presente accanto a nomi illustri (ha suonato con i Depeche Mode durante il Delta Machine Tour), Trentemøller giunge col terzo album a compiere un nuovo passo avanti e ad arrivare al grande pubblico. Lost, rispetto ai due lavori precedenti, ha il grande merito di spaziare dal genere minimal-elettronico d’ascolto alla dance in grado di accontentare i più incalliti frequentatori dei club. L’album si apre con The Dream, un pezzo spiazzante e di grande atmosfera che vede la presenza dei Low, per proseguire con una serie di brani tutti accattivanti e disomogenei. I momenti migliori sono proprio quelli in cui Trentemøller si scolla dall’etichetta a lui più consona per spaziare oltre. Morphine, Deceive, Constantinople e Gravity (impreziosito dalla voce di Jana Hunter dei Lower Dens) dimostrano che il musicista di Vordingborg è uno dei pochi che oggi riescono ancora a sperimentare azzeccando la formula gidusta per convincere critica e pubblico, ottenendo un successo anche di massa che in questo caso è più che meritato.
7/10
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Trentemøller (feat. Jana Hunter): Gravity