TELEVISION MARQUE MOON VALGI
@ Alberto Valgimigli

In omaggio a Tom Verlaine: Television – Marquee Moon, la traduzione.

“Lottare una vita per non avere una carriera professionale”. Questo pare l’epitaffio che Thomas Joseph Miller desiderasse e questo è stato sicuramente per me, un bellissimo modo per augurargli buon viaggio in quel martedì 28 gennaio 2023 da poco passato. Un uomo che ha reinventato la chitarra elettrica e di conseguenza scritto un pezzo di storia della musica, Thomas. Prima chitarrista e cantante dei Television e, dopo il 1979, solista fino al 2006 quando pubblica i suoi due ultimi lavori. Miller decide presto di cambiarsi nome in Tom Verlaine come omaggio al grande poeta decadente Paul Verlaine che ritrovo nascosto, nell’altalena di noia e languore, tristezza e dolcezza con una incredibile musicalità, nella maggior parte dei testi delle sue canzoni. “Una quieta disperazione”, come la descrive perfettamente Roger Waters, quella che si respira leggendo il testo di  Marquee Moon, brano che dà il nome all’epocale primo album dei Television uscito nel 1977. Poesia allo stato puro. Suggestioni notturne, quasi cieche, alla ricerca di quel “qualcos’altro” che non ha un nome, costatando l’inevitabile inizio e fine del “cammino” di tutti e costellato di domande, su le cui risposte, sarebbe forse meglio restare neutri per sopravvivere davvero (né troppo felici, né troppo tristi). Qualcuno ci riesce. Qualcun altro riesce invece ad entrare in un cimitero su una “Cadillac” e uscirne sulle proprie gambe e se non bastasse, dava pure alla sua chitarra un suono simile ad un “urlo di un migliaio di uccellini azzurri” (Patti Smith). Riposati e goditi i frutti della lotta Tom, perché la tua non è stata certamente una vita professionale ed è solo merito tuo.

La Tenda della Luna

Rimembro
Oh, come si è raddoppiato il buio
Rimembro
Un fulmine cadere
Stavo ascoltando
Ascoltavo, ascoltavo la pioggia
Stavo sentendo,
Sentendo qualcos’altro
La vita nell’alveare si consuma nella notte
Il bacio della morte, l’abbraccio della vita
Oh, eccomi lì sotto la tenda della luna
Aspettando
Parlavo con un uomo
Lungo il cammino
E gli ho chiesto
Come mai non fosse impazzito
Mi ha risposto: “Guarda qui, ragazzo, non essere così felice
E per l’amor del cielo, non essere così triste”.
La vita nell’alveare si consuma nella notte
Il bacio della morte, l’abbraccio della vita
Ooh, eccomi lì sotto la tenda della luna
Esitando
Beh, la Cadillac
È uscita dal cimitero
Si è avvicinata a me
Mi hanno detto soltanto: “Salta su”.
Poi la Cadillac
è rientrata nel cimitero
E io, sono uscito di nuovo
La vita nell’alveare si consuma nella notte
Il bacio di morte, l’abbraccio della vita
Ooh, eccomi sotto la tenda della luna
Ma non sto aspettando,
Rimembro
Come si è raddoppiato il buio
Rimembro
Un fulmine cadere
Stavo ascoltando
Ascoltando la pioggia
Stavo sentendo
Sentendo qualcos’altro

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Autrice di testi teatrali, aiuto regia, organizzatrice eventi, ideatrice e curatrice del progetto PalinSesto, spazio culturale in provincia di Firenze. Cresciuta a concerti, marmellata e cantautorato italiani anni ’60 ’70, rimane folgorata, nei corridoi della scuola superiore, dalla musica rock in cuffia e dall’arte pittorica del ‘900 creando, involontariamente, un mix di gusti personali all’apparenza bipolare se non tripolare. Curiosa per natura, frequentatrice assidua di mostre, concerti, cinema e teatro, si riposa leggendo.

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