vignola elvis

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Il nostro John non si fa schiacciare dal peso (discografico) di Elvis e risale dall’ascolto di 60 cd con alati pensieri   

“The RCA Albums Collection è un cofanettone di 60 cd che ripropone tutti i 33 giri originali pubblicati in vita da Elvis Presley. Sembra un’opera definitiva e invece non lo  è quantomeno a livello concettuale, visto che Elvis diventa una star in un’epoca in cui furoreggiano i jukebox e dettano legge 45 giri ed EP. Almeno fino al comeback del ’68 Elvis non si dedica a un’idea organica di rock e per tale ragione sarebbe forse stato meglio dare la giusta rilevanza proprio alle uscite in piccolo formato.
In ogni caso si tratta di un’opera che copre la vita artistica del ‘Re’ in tempo reale, visto che vengono riproposti, come detto, solo i dischi pubblicati fino alla tragica scomparsa, il 16 agosto  1977. Dunque c’è totale coincidenza tra vita vissuta e vita artistica con i dischi riproposti ricalcando, in versione minuziosa e miniaturizzata, gli originali (come modellini di aerei o di navi, verrebbe da dire). C’è tutta la sua parabola, dal falsetto degli inizi fino all’irrobustimento e all’appesantimento vocale (e non solo), ma c’è anche il magnetismo incredibile del periodo di From Elvis In Memphis (1969). All’inizio il nostro è un camionista, un ragazzo come tanti;  poi esplode, si scatena, non si ferma più. Non sappiamo se in quel fatale 3 giugno 1953, il giovane Elvis si ferma davanti ai Sun Studios di Sam Phillips per vanagloria personale o, come vuole la leggenda, per incidere due canzoni da regalare alla mamma. Nel cofanetto lo troviamo già consolidato, ma non depotenziato. Ci sono in lui una carica e una scompostezza da autentico ribelle che vanno di pari con i gusti un po’ kitsch e le idee conservatrici del tipico americano medio. Tutto in lui è all’insegna del contrasto.  L’Elvis studente usa tre tipi diversi di brillantina quando la brillantina è fuori moda; poi arriva al successo e il suo modo di cantare e vestire diventa di tendenza – il suo ciuffo è parte integrante della divisa dei giovani nuovi; sul palco è una bestia tutta sesso, eppure ama il gospel.
Hound Dog (1956)
Quella che nel cofanetto viene fuori, pezzo dopo pezzo, è la storia incredibile di un artista che ha coperto qualsiasi settore della comunicazione: pignolo pioniere della sala d’incisione, grande interprete, grande studioso di musiche roots e, al tempo stesso, pupazzo nelle mani del ‘colonnello’ Tom Parker. Non si deve comunque fare l’errore di fermarsi al primo Elvis, perché quando i Beatles vacillano lui si riafferma come re, quando muore nessun punk si sogna di deriderlo (anzi i Clash lo omaggiano nella copertina di London Calling). Elvis è insostituibile anche nelle sue rovinose cadute, ha raccontato le derive di una rockstar, ha avuto molte donne ma ne ha amato solo una. In lui coesistevano i germi del male e della redenzione, il peggio e il meglio della persona e del personaggio. Siamo di fronte all’artista archetipico del rock: gli enormi guadagni, gli sprechi, l’abuso di farmaci, l’adorazione da parte dei fan, il magnetismo sessuale (si veda il video più sotto), la morte in giovane età. Per non parlare dei sandwich terrificanti che si faceva recapitare via aerea. Perché, fra le altre cose, Elvis mangiava male come ogni americano medio che si rispetti.”

httpv://www.youtube.com/watch?v=Wb0Jmy-JYbA

 Suspicious Minds -Live In Las Vegas (1970)

Su Elvis Presley Tomtomrock ha pubblicato anche:

https://www.tomtomrock.it/articoli/201-elvis-e-j-edgar-storia-di-un-incontro-mancato.html

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