vignola e due simon

vignola e due simon

Tanto di cappello a un artista che a 75 anni ha ancora voglia di sperimentare con suoni e sentimenti

“Paul Simon pubblica il suo nuovo disco dopo 4 anni di gestazione, dopo le solite storie sulla sua anaffettività umana e artistica e dopo un concerto con Sting che è parso un incrocio di anaffettività. In realtà Stranger To Stranger è un disco pieno di sentimento, un disco che, fin dalla title track, s’interroga sulla fatalità dell’amore (‘in un’altra vita ci innamoreremmo di nuovo’) e che può essere considerato come una serie di atti d’amore: verso un campione di baseball, verso il disturbo psichico, verso la morte come ineluttabilità che rende la vita più intensa (The Werewolf, dove l’uomo lupo è la nostra parte nascosta). Da citare è anche Wristband, ispirata a un oggetto  molto americano diventato simbolo dell’accesso. Partendo da uno spunto quasi paradossale (un musicista che non può entrare salire sul palco del suo concerto proprio perché non ha il braccialetto d’accesso), Simon allarga genialmente il discorso alle persone e ai popoli  che non potranno mai avere accesso a una vita decente.

paul simon stranger to stranger

Stranger To Stranger e l’amore per la musica

In un disco che mette insieme la classicità dell’ottantadueenne Roy Halee (già con i primi Simon & Garfunkel) e la dolce elettronica moderna di Clap! Clap! ci troviamo così di fronte alla sconcertante realtà di un album decisamente affettivo per suoni e struttura delle canzoni (non a caso presenta affinità The Dream Of The Blue Turtles, unico disco a cuore aperto di Sting), oltreché caldo e avventuroso (inaspettatamente data l’età dell’autore). C’è una ricchezza artistica sintetizzata al meglio nel pezzo Insomniac Lullaby, dove Simon riprende il lavoro di uno dei pionieri non allineati del ‘900 musicale, Harry Partch, e i suoi studi sui microtoni e l’atomizzazione della scala tonale. Partch costruì strumenti in grado di lavorare su queste tonalità sfumate che producono una ‘sensazione piacevolmente sgradevole’. Alcuni di questi strumenti sono finiti in una ninna nanna perversa che non fa prendere sonno a chi ascolta, una Insomniac Lullaby appunto. Un album come Stranger To Stranger ha dentro di sé l’amore per la musica (e quindi ci fa dire che l’anaffettività di Simon è limitata alla sfera umana) ed è  nello stesso tempo immerso, se non nella ricerca, nella curiosità. Le sue canzoni non sono allineate con il pop revivalistico e stantio che ascoltiamo da decenni e questo è un merito enorme.”

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Ammiratissima voce radiofonica di Rai Radio 1, John Vignola è anche autorevole esperto di musica. Ha collaborato per anni con riviste quali Rockerilla e Mucchio Selvaggio, oltre a occuparsi di rock e dintorni per diverse testate “generaliste”. Faticherebbe a vivere felice senza i Beatles.

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