Concerto: Benjamin Biolay Salle Pleyel

Concerto: Benjamin Biolay Salle Pleyel

Sulla scorta del successo di Palermo Hollywood, Benjamin Biolay comincia il suo nuovo tour alla Salle Pleyel.

Tre serate sold out da tempo e allo stesso tempo l’inaugurazione di un teatro che si aggiunge alla già ricca scena parigina. La Salle Pleyel è un monumento dell’art nouveau, chiuso nel 2014 e adesso riaperto: con un restauro sapiente degli spazi e un vero e proprio rinnovamento della sala, dall’ottima acustica.

Concerto Benjamin Biolay at alle Pleyel

Un Benjamin Biolay in ottima forma per presentare il suo ultimo disco

Insomma le premesse sono più che interessanti quando alle 20.30 Biolay e la sua band salgono sul palco: prima la sezione di archi e il direttore, poi gli altri strumentisti e due cantanti di impostazione lirica, e infine la star della serata. Vestito di nero, in ottima forma, Biolay comincia con il primo brano di Palermo Hollywood.

La scaletta seguirà in parte quanto aveva già fatto vedere a luglio a Lione. La prima parte è interamente dedicata a Palermo Hollywood, i cui brani sono eseguiti nello stesso ordine del disco. Ma lungi dall’esserne una mera riproduzione, la dimensione live aggiunge dinamicità a un album già di per sé vivacissimo. Contribuisce in primo luogo la voce: evidentemente il nostro ha fatto di tutto per arrivare all’altezza dell’appuntamento, e tutta la ricca tonalità dispiegata in studio viene riprodotta perfettamente dal vivo.

Senza contare la band. Molti sono gli strumentisti arrivati dall’Argentina, in grado di aggiungere calde tonalità all’impianto pop-rock più tradizionale dato da basso, chitarra, tastiere e batteria. La sezione d’archi tesse la sua trama orchestrale quando è necessario. E sul palco si susseguono ospiti di rilievo. Da Chiara Mastroiannni a Sofia Wilhelmi al musicista/attore Melvil Poupaud ai due cantanti lirici.

A tratti sul palco si contano una ventina di musicisti, e bisogna dire che è uno spettacolo anche per gli occhi, oltre che per le orecchie.

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La trasformazione di Palermo Hollywood

Se all’ascolto del disco è facile esprimere la propria preferenza per canzoni dense quali La Débandade e Pas Sommeil, o sorridere di fronte alla vitalità sfrontata di Miss Miss e Palermo Queens, bisogna dire che dal vivo le cose cambiano. Nel senso che Palermo Hollywood emerge quasi come un concept, una dichiarazione d’amore alla canzone francese e all’atmosfera argentina.

Brani come Tendresse Année Zéro e Ballade Française sono maggiormente integrati nell’insieme. In particolare la prima, sul disco quasi parlata, dal vivo viene cantata in modo davvero eccellente: una delle grandi sorprese. Magari insieme a La Noche Ya No Existe , divertente e niente di più sul disco, qui in versione esplosiva. Così come per Palermo Queens: entrambe sono rischiarate dalla comunicatività di Sofia Wilhelmi sul palco. Che, come dice nella canzone, è attrice e non cantante, e lo dimostra. Sul palco indubbiamente catalizza l’attenzione.

Bello il crescendo di Pas Sommeil, come su disco, alla fine del quale Biolay si assenta un momento dal palco e lascia la scena ai suoi musicisti.

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Un concerto diviso in due parti

Come detto, l’andirivieni sul palco è continuo. Ma allo stesso tempo questo è un concerto che non dà tregua. Lì dove altri prendono pause, intervalli, attese delle chiamate per i bis, Benjamin Biolay e la band scelgono invece di dare continuità allo spettacolo. Una scelta che paga, nonostante alla fine la musica sarà andata avanti per due ore e trenta buone.

Tuttavia, nella seconda parte del concerto l’atmosfera si fa più tranquilla. Biolay è spesso al piano ed esegue alcuni dei suoi classici, molto amati dal pubblico. Da  Les Cerfs-Volants a Negatif a Ton Héritage. Ci sono un paio di brani con Chiara Mastroianni. C’è l’omaggio all’amico e concittadino (sono entrambi lionesi) scomparso da poco, Hubert Mounier, del quale esegue due cover.

Insomma si attraversa sì la sua carriera, ma senza dare l’impressione di voler solo accontentare il pubblico con una sorta di greatest hits. Peccato soltanto che due fra i suoi dischi migliori, benché di successo commerciale minore, quali À l’Origine e Trash YéYé, risultino un po’ trascurati. Ma non si può avere tutto.

Concerto: Benjamin Biolay @ Salle Pleyel

Una conclusione trionfale

Il meglio è riservato alla fine. Arriva infatti La Superbe, che per Biolay ha rappresentato la consacrazione critica e commerciale, in una bella versione. La presenza degli archi è qui essenziale. E naturalmente la splendida Padam con il pubblico che “l’acclame” come richiesto dal testo.  E poi Masterchef, bonus track di Palermo Hollywood, con tutti a danzare sul palco. Vera fiesta di cumbia argentina.

Ma a Benjamin Biolay ancora non basta. Dice che non può concludere così e torna da solo al palco per regalare una bella versione di Confettis.

Non c’è che dire: un inizio del tour beneagurante e trionfale, come si evince dalle facce contente degli artisti, e soprattutto da quelle dei fan all’uscita.

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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