AngelHeaded Hipster: un ricco tributo a Marc Bolan.

Nel gennaio di quest’anno Marc Bolan ha trovato una doverosa, seppur tardiva, collocazione nella Rock’n’Roll Hall of Fame. A completare la celebrazione arriva ora questo ampio e variegato tributo intitolato AngelHeaded Hipster, curato nel corso di alcuni anni dal produttore Hal Willner (scomparso il 7 aprile). Marc Bolan è stato un inquieto e famelico creatore e consumatore di musica, un autentico hipster dalle fattezze angeliche e dall’anima tormentata (c’è da credere che Allen Ginsberg, da cui Willner ha tratto ispirazione per il titolo dell’album, apprezzerebbe la citazione).
Chi era Marc Bolan
Chitarrista di talento, ottimo cantante, appassionato delle sonorità psichedeliche e folk che dominavano la scena musicale dell’epoca (in particolare, era un grande ammiratore di Syd Barrett), Marc Bolan diventa l’esponente di punta del glam-rock insieme alla sua celebre band, i T-Rex (prima ancora c’erano stati i Tyrannosaurus Rex). Ammirato da David Bowie e determinante per la formazione di un buon numero di musicisti, Marc Bolan riceve oggi un bell’omaggio discografico da parte di artisti che provengono dalle più disparate esperienze sonore.
I protagonisti di AngelHeaded Hipster
AngelHeaded Hipster ricalca dunque la sensibilità e l’estro creativo dei personaggi blasonati o alternativi, cupi o debordanti d’energia coinvolti in questo progetto. Tutti accumunati da una sorta di rispettosa ammirazione per il ragazzo dal cappello a cilindro scomparso troppo presto. Il doppio album è un autentico caleidoscopio sonoro. C’è la luminosità abbagliante di Kesha alle prese con il classico dei T-Rex Children of the Revolution, la sgargiante interpretazione di Jeepster messa in scena da Joan Jett, l’intimismo oscuro e affascinate di Devendra Banhart (Scenescof) e Gavin Friday (The Leopards). Tra le “celebrità” spiccano gli U2 e Elton John, impegnati in una versione didascalica ma gradevole di Bang a Gong (Get It On) e Nick Cave, responsabile della cover di Cosmic Dancer, forse la più emozionante, profonda e magnetica dell’intero album.
La lunga e prestigiosa sfilata di artisti prosegue con Lucinda Williams, Marc Almond, Todd Rundgren, Julian Lennon e Victoria Williams, Maria McKee in compagnia di Gavin Friday (molto bello il mix di She Was Born To Be a Unicorn e Ride a White Swan). L’elenco delle presenze non è completo e il caleidoscopio sonoro dedicato a Marc Bolan riserva altri inaspettati colori (qualcuno, per forza di cose, meno vivace di altri). Vale la pena di immergersi nell’ascolto di questi 26 brani per coglierne ogni sfumatura e per apprezzare un artista che non era solo glam.
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