Gruff Rhys - Seeking New GodsRough Trade - 2021

Dai Super Furry Animals alla carriera solista sempre all’insegna del brit-pop: Gruff Rhys – Seeking New Gods.

Ma che bella sorpresa di quasi metà anno questo album di Gruff Rhys… Per chi fosse estraneo al personaggio si sappia che fu leader dei Super Furry Animals, band che furoreggiava in pieno brit pop con una formula originalissima, spesso assolutamente autoctona sfornando lavori in puro gaelico.

Segnalo che, tra le altre cosucce, praticamente collaborarono con Macca per un album di soundscape legato ad una esposizione, Liverpool Sound Collage, e lui ricambiò il favore partecipando ad una canzone sul loro album del 2001 Rings Around The World, così, per dire… La band andò, ahimè, sbandandosi e Rhys intraprese, con il gruppo ancora in attività, una fiorente carriera solistica che ci porta a questo settimo (escluse soundtrack di lavori altrui o diretti da lui medesimo) disco ispirato ad un antico vulcano situato fra la Cina e il Nord Corea e forieri di un’eruzione pop quantomai necessaria.

Gruff Rhys – Seeking New Gods: vario ed entusiasmante

L’apertura di Gruff Rhys – Seeking New Gods, affidata a Mausoleum Of My Former Self, parte in sordina morbida ma basta arrivare al ritornello per vedersi aprire uno psychedelico orizzonte. Can’t Carry On è il miglior Burt Bacharach che libra su synth lounge e si dipana in eteree armonie sonore. Lean Of Loneliness sono i Beatles glam, con un tocco di ELO, uno dei miei preferiti sia per il birignao del titolo che per atmosfera vintage. La title track ha un incedere che mi ha ricordato assai l’ultimo, ad oggi, album degli Arctic Monkeys, quasi un’outtake a 16 giri. Hiking in Lighting è parente stretta delle prime cose dei Superfurry con tutti i blip blip al posto giusto e sbagliato al tempo stesso e la percussività pianistica di I Wanna Be Your Dog stoogesiana che si intervalla con Pictures of Lily degli Who. Holiest of the Holy Man sta tra Kinks e Merseysound, un brano super super cool.

 

The Keep deve qualcosina agli XTC ma in maniera omaggiante e non plagiatoria. Everlasting Joy gioca di nuovo in casa Tranquility Base (io lo sapevo che l’album degli AM avrebbe generato ispirazione…) ma è con la conclusiva Distant Snowy Peak che pare uscita da Before and After Science di Eno, con quel piano scarno e ripetitivo e soffi sintetici che paiono davvero svettare dal lontano picco nevoso, che si raggiunge il climax di un album perfetto sotto tutti i punti di vista.

Un disco da ascoltare più volte

Sia lode quindi a Gruff Rhys che merita ben altri empirei che non l’esser considerato artista di nicchia. Uno dei dischi che ho più voglia di riascoltare dall’inizio quando finisce, il che la dice lunga.

Gruff Rhys - Seeking New Gods
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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