The Dee Gees / Foo Fighters – Hail SatinRoswell Records - 2021

Una invenzione per il Record Store Day: The Dee Gees / Foo Fighters – Hail Satin.

Il Record Store Day, sia detto senza alcuna ironia, ha un po’ il sapore di una Halloween della musica indipendente. Non si festeggiano i morti, ma la vita, purtroppo non di rado comatosa, della piccola vendita indipendente. Ed è un bene che lo si faccia, aggiungiamo, ed è anche meglio che lo si faccia abitualmente con uno spirito un po’ irriverente e divertito, ché a piangere siamo sempre in tempo.

The Dee Gees / Foo Fighters – Hail Satin
Roswell Records – 2021

I Foo Fighters il loro RSD 2021 lo hanno dedicato ai Bee Gees ed anche questo è un bene, ché il gruppo dei fratelli Gibb è meritevole di ogni tributo, anche di quello del capo del Commonwealth e dell’Imperatore del Giappone, figuriamoci dei Foo Fighters. È così che i nostri si sono per l’occasione inventati Dee Gees (si presume sostituendo la B inziale con quella del nome di Dave Grohl) ed Hail Satin, fin dal (bel) titolo inno alle sete e al raso degli anni Settanta, è il risultato.

I Foo Fighters leggono i gloriosi Bee Gees

Bene, dunque. Ma non del tutto. Perché un po’ si ride, un po’ si sorride ma, alla fine dei salmi, non si può non chiedersi che idea dei Bee Gees alberghi nella mente dei Foo Fighters. E la sensazione che sia tutta una parodia divertita, titolo compreso e compreso anche il gusto di sfoggiare pantaloni a zampa, petti villosi, chiome e barbe fluenti, fa pensare che i nostri combattenti confondano i Bee Gees con Patrick Hernandez o con i Gibson Brothers. La selezione squisitamente disco e limitata a sole cinque brani non fa che confermare il sospetto di trovarsi davanti ad una operazione ludica, che ha più a che vedere con Elio E Le Storie Tese che non con la volontà di rileggere alcuni dei frammenti più lucenti della storia della disco.

Però c’è anche il live con i pezzi dei Foo Fighters

Ammetto che un po’ dispiace. Per almeno due motivi. Primo, perché per raggiungere una durata commercialmente accettabile è stato necessario allungare il brodo con cinque versioni live (al casalingo Studio 606) di brani tratti da Medicine at Midnight, album già non eccelso, per quanto Grohl lo consideri «pieno di inni e grandissimi brani rock da cantare» e lo abbia paragonato a Let’s Dance di David Bowie (e qui si ride molto più che non a vederlo travestito da Maurice Gibb). Secondo, perché se è vero che Making A Fire, Shame Shame, Waiting On A War, No Son of Mine e Cloudspotter sono tutt’altro che privi, come il lavoro da cui provengono, di spiritelli dance o disco, il gusto di affiancarli ad altrettante tracce dei Bee Gees impone un immediato e impietoso confronto.

 

Le riletture, va pur detto, sono brillanti e, non si nega, ben riuscite e rispettose. La firma dei Foo Fighters si legge, senza invadenza, in un sottofondo energico, forse appena un po’ troppo uniforme e ripetitivo, di chitarra e batteria e Dave Grohl si trova assai a suo agio nelle regioni vocalmente impervie del falsetto. Sfilano You Should Be Dancing (originariamente su Children Of The World), Night Fever, Tragedy (dal troppo vituperato Spirits Having Flown), Shadow Dancing (che il quarto fratello Andy portò sulle vette del mondo nel 1978) per chiudere con la gemma soul funk More Than A Woman, composta, come Night Fever, per la celeberrima Saturday Night Fever.

Tragedy il momento migliore di The Dee Gees / Foo Fighters – Hail Satin

I momenti migliori, senza dubbio, Tragedy, che liberata dalla appiccicosa produzione datata 1979, torna ad essere in pieno una formidabile canzone pop dance (all’attacco, non lo nego, qualche brivido si fa sentire) e Shadow Dancing che si agita sciolta e libera da quel lucente gioiello funk che è. Convincente e nulla più tutto il rimanente.

Hail Satin / Dee Gees

Due dischi, alla fine, in uno. Quindi, crediamo sia giusto così, due diversi giudizi, per una operazione che manca (o forse non cerca) l’obiettivo della fusione delle parti e che ha due distinti intestatari, i Dee Gees e i Foo Fighters. E anche, lo ammetto, per non impazzire.

The Dee Gees – Hail Satin
6,8 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

Foo Fighters - Live
5 Voto Redattore
0 Voto Utenti (0 voti)
Cosa ne dice la gente... Dai il tuo voto all'album!
Sort by:

Be the first to leave a review.

User Avatar
Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Show more
{{ pageNumber+1 }}
Dai il tuo voto all'album!

print

Ha iniziato ad ascoltare musica nel 1984. Clash, Sex Pistols, Who e Bowie fin da subito i grandi amori. Primo concerto visto: Eric Clapton, 5 novembre 1985, ed a seguire migliaia di ascolti: punk, post punk, glam, country rock, i pertugi più oscuri della psichedelia, i freddi meandri del krautrock e del gotico, la suggestione continua dell’american music. Spiccata e coltivata la propensione per l’estremo e finanche per l’informe, selettive e meditate le concessioni al progressive. L’altra metà del cuore è per i manoscritti, la musica antica e l’opera lirica. Tutt’altro che un critico musicale, arriva alla scrittura rock dalla saggistica filologica. Traduce Rimbaud.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.