Arctic Monkeys - Tranquility Base Hotel & Casino RecensioneDomino - 2018

Gli Arctic Monkeys e l’attesa per Tranquility Base Hotel & Casino.

Il ritorno degli Arctic Monkeys a distanza di cinque anni dal grande successo di AM è stato accompagnato da speculazioni e attese. Nel 2016 girava voce che fossero tornati a Sheffield per lavorare a un nuovo disco. E subito i fan della prima ora avevano sperato in un ritorno alle origini. Poi di recente si è letto che l’assenza di brani apripista significava che la casa discografica Domino non aveva trovato nulla di simile a un singolo. Niente come Crying Lightning o Do I Wanna Know, per intenderci.

Tranquility Base Hotel & Casino: un disco diverso dalle attese

L’ascolto di Tranquility Base Hotel & Casino ci dice che la prima voce era falsa, o comunque non ha dato seguito a niente di concreto. La seconda, chissà, potrebbe essere vera. Il nuovo disco degli Arctic Monkeys è diverso da tutti i precedenti. La prima cosa che viene in mente ascoltandolo è che si tratta del disco da solista di Alex Turner accompagnato dagli altri, peraltro con l’aggiunta di numerosi strumentisti vecchi e nuovi. Le interviste rilasciate in larga parte confermano questa impressione.

Ormai sappiamo che Turner l’ha composto da solo con lo Steinway Vertegrand (al quale si riferisce nel testo della conclusiva The Ultracheese: “Resta fra noi, Steinway e i suoi figli”) che gli è stato regalato per il suo trentesimo compleanno, e che all’inizio il resto della band non sapeva bene cosa farsene. Va detto però che strumentalmente è raffinato e tutti hanno dato il meglio per la sua riuscita durante le sessioni di registrazioni, in larga parte realizzate negli studi parigini di La Frette e in misura minore a Los Angeles e Londra.

Gli Arctic Monkeys mettono da parte il passato

Con Tranquility Base Hotel & Casino gli Arctic Monkeys mettono da parte sia il suono brit delle origini, sia quello più potente iniziato dal terzo disco con l’aiuto di Josh Homme. Mentre Alex Turner ha certamente messo a frutto l’esperienza con Last Shadow Puppets. Però anche rispetto a questa esperienza Tranquility Base Hotel & Casino è altra cosa ancora.

Alex Turner compone un disco sospeso fra passato e futuro, una distopia situata nelle “notti che non sono mai successe e nei giorni che non esistono”, come canta in Four Out Of Five. Nella quale i jukebox degli anni sessanta suonano mentre si attendono le epopee dei viaggi spaziali, ma in realtà tutto è già avvenuto e siamo oltre. Nell’America di Trump alla quale si riferisce Golden Trunks? “Il leader del mondo libero ricorda un wrestler con i pantaloncini attillati color oro / Ha una canzoncina tutta sua e gliela  suonano mentre si fa largo verso il ring”. O piuttosto un’America che non esiste se non nella mente? Come in the The Ultracheese in cui si menziona “Un luogo che nell’età dell’oro chiamavano America”.

Alex Turner e Tranquility Base Hotel & Casino

The Ultracheese suona come una ballata che potrebbe essere uscita da Aladdin Sane, diciamo tipo Drive In Saturday. E David Bowie risuona spesso in questo disco, anche se non in modo diretto. Certamente in una direzione inaspettata rispetto all’Alex Turner che con Miles Kane interpretava magistralmente Moonage Daydream.

 

Tranquility Base Hotel & Casino è un disco che non esplode mai, del tutto privo di riff, ma sommesso e insinuante. Si prenda ad esempio She Looks Like Fun, che ha un’intro che sembra venuta fuori da Humbug. Ma poi, come le altre, si trasforma in un pop cadenzato del tutto spiazzante. Four Out Of Five è ciò che più si avvicina a un singolo con una melodia struggente e una grande interpretazione di Alex Turner. In realtà, più che un singolo, è l’introduzione perfetta a un disco che ha come pregio maggiore quello di staccarsi dalla produzione corrente e di andare in una direzione completamente personale. Alex Turner l’ha coprodotto con James Ford evidentemente per essere certo che suonasse proprio come l’ha concepito. È chiaro che questa svolta non piacerà a tutti, a partire da molti fan della band. Ma rappresenta il coronamento di Alex Turner come unica rockstar dei nostri tempi. Tempi nei quali non c’è più spazio per le rockstar come le abbiamo intese sinora.

Arctic Monkeys - Tranquility Base Hotel & Casino
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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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