di Marina Montesano

 Sebbene il quartetto inglese degli Sweet Billy Pilgrim avesse esordito nel 2009 con Twice Born Men, ricevendo una nomina per il Mercury Prize, credo che ormai in pochi si ricordassero di loro, e ancora in meno si aspettassero un disco come il nuovo Crown And Treaty. Joyful Reunion, dopo poche note cacofoniche, è una bella apertura ritmica che mostra tutte le influenze della band: rock e folk anni ’70, reminiscenze dei Wild Beasts (il falsetto di Arrived At Upside Down), forse gli Elbow al loro meglio, certo i Divine Comedy. Ma credo che sarà facile per ogni ascoltatore riconoscere tracce di qualcosa che si è amato in questi Sweet Billy Pilgrim; senza d’altra parte niente togliere all’originalità della band, che da queste diverse fonti riesce a distillare un suono ricco e sostenuto da melodie spesso di grande spessore: i ritmi fratturati di Archaelogy o l’intensità di Blood At Upside Down non richiedono più di un ascolto per essere apprezzate, ma certo un ascolto non vi sarà sufficiente.


7,5/10

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