Rolling Thunder Revue – Martin Scorsese racconta Bob Dylan.

Martin Scorsese e Bob Dylan

E’ o non è l’ennesimo mockumentary questo Rolling Thunder Revue – Martin Scorsese racconta Bob Dylan (1) in cui il regista sembra dare libero arbitrio narrativo a un Bob Dylan colto nel centro degli anni 70 e a capo di quel carrozzone chiamato Rolling Thunder Revue (2) in cui ha riunito una serie interminabile di amici, nemici e semiparenti sulle vie laterali di Stati Uniti e Canada? In realtà è impossibile dare una risposta definitiva su un “film” senza limiti, sospeso tra realtà e finzione.

Vero e falso nel Dylan raccontato da Scorsese

Se lo spunto è quello – storico – di un Bob Dylan che rende un suo album ultra-narrativo e per certi versi ultra-americano (Desire) uno scenario in movimento in cui suonare dal vivo immergendosi nel folk più folcloristico, dipingendosi il volto e indossando identità più o meno fittizie per rendere il rock un teatro circense (e tutto questo è vero) lo svolgimento ha i contorni della finzione.

 

Ci sono frammenti d’archivio preziosi e sovente mai visti – per esempio una Patti Smith giovanissima e poeticissima affiancata da un Eric Andersen particolarmente fuori forma – in cui sfilano molti di quelli che alla RTR hanno effettivamente partecipato (Joni Mitchell, Joan Baez, Roger McGuinn…) a cui si affianca una ricostruzione con personaggi fittizi (un impresario inesistente, una groupie male invecchiata, un autista smemorato) tra cui primeggia lo stesso Bob Dylan. Un Dylan  che afferma in prima battuta non tanto di non ricordare nulla di quel tour, quanto di non essere “ancora nato” all’epoca del suo svolgimento.

Martin Scorsese e Bob Dylan partners in crime

 

In questo sfasamento tra le immagini reali della Rolling Thunder Revue e le parole fuori sincrono che non la ricostruiscono, anzi la smontano, sta l’accento dylaniano di tutta l’operazione. Scorsese nel tempo è diventato un perfetto partner in crime, dopo avere attraversato The Last Waltz e il Dylan rivolto al passato di No Direction Home  e aver capito che nelle opere di Mr. Zimmerman si nasconde un po’ la sua vita, una vita che non può essere rappresentata realisticamente né da un film e neppure da un’autobiografia (vedi il volume Chronicles). E’ così che Rolling Thunder Revue – A Bob Dylan Story può essere considerato una specie di summa dylaniana, in cui tutta la fantasia di questo grande artista si riversa nella storia, tradendola, amplificandola, rendendola un grande carrozzone chiamato Rolling Thunder Revue.

Conoscerlo è amarlo come si cantava un tempo, ma forse conoscerlo davvero è impossibile e sconsigliabile. Meglio guardare questo film.

(1) Il titolo originale è Rolling Thunder Revue – A Bob Dylan Story.  

(2) Alla Rolling Thunder Revue è dedicato anche il recente cofanetto Bob Dylan – The Rolling Thunder Revue. The 1975 Live Recordings.

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Ammiratissima voce radiofonica di Rai Radio 1, John Vignola è anche autorevole esperto di musica. Ha collaborato per anni con riviste quali Rockerilla e Mucchio Selvaggio, oltre a occuparsi di rock e dintorni per diverse testate “generaliste”. Faticherebbe a vivere felice senza i Beatles.

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