Paolo Benvegnù

Paolo Benvegnù, ‘cantautore’ e uomo del Rinascimento.

Breve ricordo personale: molti anni fa mi capitò di far ascoltare alcuni artisti italiani ad Alì Asaad, cantante, chitarrista, compositore e musicologo siriano residente a Vienna. Ecco in sintesi il suo commento. “Fabrizio De André è bravissimo, ma a me pare un genio Paolo Benvegnù”. Aveva ascoltato Piccoli fragilissimi film, album d’esordio come solista  di Benvegnù, uscito nel 2004. In effetti  sono vent’anni (ma aveva cominciato ancora prima con gli Scisma) che il musicista – milanese di nascita ma vissuto un po’ ovunque – incide dischi di grande, elegante bellezza che piacciono alla critica e alle anime belle. Anime che, a quanto pare, sono sempre meno numerose.

Considerato cantautore  atipico, anche se in possesso di un’impeccabile linearità melodica (forse i cantautori tipici devono sapere poco di melodia…), il nostro è in realtà apprezzato anche come produttore, creatore di pièce teatrali ‘domestiche’ e di performance fra parola e canzone (I racconti delle nebbie con Nicholas Ciuferri). Lo potremmo definire uomo del Rinascimento, o comunque di un altro tempo: al concertone del  1 maggio 2023 a Roma sembrava più  in sintonia con la vicina Basilica di San Giovanni Laterano che con il pubblico sotto il palco. E non era colpa sua.

Paolo Benvegnù ha da pochissimo pubblicato il suo nono album, È inutile parlare d’amore , di cui parla, insieme a molto altro (inclusa PJ Harvey) in quest’intervista.

Paolo Benvegnù - E' inutile parlare d'amore

Giusto a titolo d’introduzione: chi è Paolo Benvegnù?

Sono anni che cerco di essere un fuorilegge. Non riesco a essere né buono né cattivo. Sono attività per cui ci vuole talento. Sono bravo a guardare le vite degli altri, ma non troppo a raccontarle. Sono uno studente di quella pratica del vivere che sovente ci trascina davanti all’irreale.

In questi giorni ricorrono 25 anni dalla morte di Fabrizio De André. Nel 1997 a Livorno fu De André a consegnare agli Scisma il Premio Piero Ciampi per Rosemary Plexiglas. Si dice che quasi scappasti davanti a lui…

Ricordo bene quell’incontro con De André. Fu davvero una cosa irreale. Non riuscivo a dire niente a un uomo che possedeva una forza interiore impressionante; una forza  che era data anche dalla debolezza e dagli squarci di sofferenza che aveva dentro.

Visto che si parla di anni ’90, si può anche dire che quello fu un periodo straordinario per il rock italiano.

In Italia negli anni ’90 ci fu una rivoluzione musicale seguita non molto tempo dopo da una controrivoluzione. Le case discografiche cercavano chi potesse fare i numeri dei Nirvana. E c’erano dei giovani interessati ad approfondire cose che non conoscevano ma che li affascinavano. E poi quella scena era formata da chi aveva vissuto da molto giovane gli anni ’80, dai fruitori di CCCP e Gaznevada. Noi volevamo fare qualcosa di ulteriore, approfondire il discorso e ci riuscimmo. Si trattò di una concordanza di elementi mai più ripetuta. Poi tutto, inevitabilmente,  è finito.

Il tuo nuovo disco s’intitola È inutile parlare d’amore, eppure l’amore sembra esserne il tema quasi unico.

In realtà tutto il disco parla d’amore. Possiamo parlare di affermazione per negazione. Cosa significa inutile? L’amore muove energie irrazionali, quindi, da un punto di vista utilitaristico, può essere considerato inutile. Sovente, quando due amanti si dicono “ti amo” lo fanno per automatismo, lo fanno razionalmente, utilitaristicamente, appunto. E  la cosa finisce lì. Invece ci sono miliardi di sfumature legate ai gesti inconsci dell’amore. Perdiamo molta della nostra umanità se mettiamo tutto sul piano del pragmatismo. Stiamo andando verso una deriva di tutti contro tutti. Se cerchiamo l’utilità non cerchiamo l’alterità, non cerchiamo l’amore.

Nell’album ci sono alcune canzoni-manifesto. La prima è Canzoni brutte.

Canzoni brutte nasce ascoltando il canale radiofonico sbagliato  in autostrada. Se non vai su Radio 3, finisci per trovarti  tra camion e note ‘non bellissime’, come direbbe Duke Ellington. Il mondo si muove per seduzioni (pensa solo ai fiori impollinati dagli insetti), ma quando la seduzione è bieca non possiede un pre-pensiero, non vale niente.

Cosa mi dici di Tecnica e simbolica?

L’ho scritta in dieci minuti carico di un’indignazione molto specifica. Tutto il disco è stato inciso con velocità e felicità anche negli episodi truculenti.

La terza canzone-manifesto è Alla disobbedienza.

Disobbedienza è amore e viceversa. In un società controllante come la nostra una delle poche possibilità di movimento è data da come si vive l’amore. Non perché queste cose non siano controllate (incluse le perversioni). L’amore dà spazio all’irrazionale che nelle pratiche normali spazio non ne ha. La disobbedienza in  amore è come rientrare nel caos. Da sempre viviamo nella finestra fra caos e volontà di geometria. Ciò che rimane dell’essere umano è che si vive da soli nella luce  e nell’ombra. Le  IA ci diranno cosa fare in ogni pensiero e dunque anche nell’amore, ma quando questo accadrà per fortuna sarò morto.

Ti consideri un ‘cantautore rock’ o fa troppo Ligabue?

Mi considero uno studente di scuola primaria. Faccio questa cosa per pormi domande e trovare risposte. In Italia o sei un cantautore o sei un musicista o sei uno storyteller. Io sono un essere umano che mette su carta delle sensazioni. Una cosa attraverso le quali tutti guadagnano qualcosa tranne me. Per me scrivere canzoni è sperdimento. Sono stato scelto dallo sperdimento. Non ho mai avuto un’audience, ho relazioni con singole persone.

Potremmo definirti un outsider?

Quando mi nutro vado a far la spesa a un minuto dalla chiusura per incontrare poche persone; in vacanza mi chiudo in un posto a scrivere. Non mi piace la transumanza  degli essere umani. Questo significa che mi piace più essere tangente che non al centro delle cose. Sono così da sempre, sono un disadattato. Fino a un po’ di tempo fa questo mi dava disagio, adesso lo sento come una benedizione.

Nell’album figurano un paio di ospiti famosi, Dario Brunori e Neri Marcorè.

Sia Dario che Neri hanno dato una mano alla nostra  zattera di naufraghi mettendo la loro sensibilità al servizio mio e dei musicisti che hanno suonato con me. È stato un gesto generoso e atipico. Di questi tempi chi si volta a guardare indietro rispetto alla propria posizione nella scala gerarchica dello spettacolo? Hanno portato loro stessi e sono stati commoventi, Non pensavo che il nostro piccolo esercito incontrasse la loro sensibilità. Marcorè è uno che fa Shakespeare, non so se mi spiego.

C’è qualche artista a cui ti senti vicino?

Nella musica tutti agiscono in sicurezza e invece bisognerebbe rischiare, scrivere parole inaudite. Una che lo fa è PJ Harvey. Pensa al suo ultimo album, ancora una volta diverso dai precedenti.

La solita domanda da quasi vecchi sui giovani d’oggi

Non so se i tempi siano cambiati in peggio, come di solito si dice. Mi capita di incontrare molti ragazzi sui 20 anni e devo dirti che l’impressione è positiva. Fino alla generazione precedente, ovvero quelli che oggi hanno 27-30, l’idea era di imparare come istruirsi con gli strumenti disponibili. Ovvero imparare a cercare velocemente informazioni. I diciottenni e i ventenni odierni hanno uno spirito critico, nel vuoto hanno creato un approccio nuovo. Vedo una rinascita, vedo una speranza. Io sto imparando molto dal loro sguardo poco pregiudiziale. Ad esempio mi hanno fatto riscoprire Pascoli e la sua leggerezza/profondità.

Come ti senti ora che il disco è ultimato?

Il mio afflato è commozione e gioia. Mi sto divertendo a vivere. Questo disco è una ri-creazione.

 

print

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Lascia un commento!

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.