A scuola da John Vignola 36 – Il grande balzo in avanti di Vasco Brondi.
Ci siamo salutati l’anno scorso con un barlume di speranza acceso sulla nuova musica italiana. Ci ritroviamo con tre dischi usciti di recente, Baustelle, Brunori Sas e Vasco Brondi, alias Le Luci Della Centrale Elettrica, che ci permettono di tenere quel barlume vivace almeno un po’.
Le Luci Della Centrale Elettrica brillano più che mai
Se i Baustelle di L’Amore E La Violenza e il Brunori di A Casa Tutto Bene in qualche modo riflettono sul tempo che è passato, si ridefiniscono e, probabilmente non rilanciano, nel caso di Vasco Brondi si tratta invece di una avventura talmente più vasta rispetto agli altri album – non è un caso che il disco sia accompagnato da un vero e proprio diario di bordo zeppo di referenti letterari, musicali e anche paesaggistici – che il suo Terra potrebbe davvero sconfinare dalle zone di culto.
Si tratta di un culto peraltro vastissimo che Le Luci non vogliono allargare strategicamente, ma che sono le stesse canzoni a scardinare. In pezzi come Nel Profondo Veneto, Moscerini e Coprifuoco Vasco Brondi non solo canta nel senso più pieno del termine, ma non ha più paura di gettare la maschera e spiegarci che gli sono piaciuti, e gli piacciono ancora tanto, De Gregori e Dalla, la musica d’autore, insomma, sposata con i CCCP.
Terra è il disco con cui Vasco Brondi cambia passo
Se questa dichiarazione di intenti è esplicita, la musica fa il resto. E’, per stessa ammissione delle Luci, la musica di un’etnia immaginaria dove risuonano tamburi presi dal sud del mondo, il nostro folk e le storie della provincia che diventano storie centrali.
Non c’è pudore da parte di Vasco Brondi nel mescolare tutto e non c’è nemmeno la paura di essere giudicato. Come scrive nel suo diario “ci siamo quasi, tra poco i dischi non venderanno più nulla, e ci potremo permettere tutta la musica di cui abbiamo bisogno senza ansie commerciali”.
Infatti Terra più che ansie ha traguardi: quelli che Brondi riesce a comunicare molto bene quando parla di una nuova musica tradizionale che ha moltissimo da guadagnare con la giovinezza e un po’ di sano rock.