Articolo: Lazarus. Un musical di David Bowie & Enda Walsh

Arriva al Kings Cross Theatre di Londra Lazarus, l’attesissimo musical di David Bowie in collaborazione con il drammaturgo irlandese Enda Walsh. Ispirato al film del 1976 di Nicholas Roeg: L’uomo che cadde sulla terra, era stato messo in scena al New York Theatre Workshop alla fine del 2015.

Il team creativo di Lazarus

L’artista olandese Ivo Van Hove aveva curato la regia di numerose trasposizioni teatrali di opere cinematografiche. Ricordiamo fra le altre Antonioni Project, Teorema (Pasolini) e Rocco e i suoi fratelli (Visconti). Produzioni, queste, caratterizzate da un uso sofisticato di video arte, tecnica impiegata anche per la messa in scena di Lazarus. Il cast che vediamo stasera (29.10.2016) è essenzialmente quello della produzione newyorkese. Michael C. Hall nel ruolo di Thomas J. Newton, Sophia Anne Caruso e Michael Esper, interpreti dei caratteri principali.

Il musical esordisce a Londra contestualmente all’uscita dell’original cast recording. Inciso a New York all’indomani della morte di David Bowie. L’album, doppio, contiene 17 canzoni, tre delle quali composte espressamente per questo musical. Abbracciano la produzione di Bowie dagli esordi all’ultima sua opera. Il secondo disco include le versioni cantate da lui con la band di Blackstar. Fra queste quella che colpisce particolarmente è Killing a Little Time. Straordinaria per la qualità dell’interpretazione nonché per il riff e la ritmica incalzante. No Plan è una ballata dal testo struggente mentre When I Met You appare più legata alla necessità narrativa del musical.

Un musical dove i temi contano più della trama

Scrive il produttore che da tempo Bowie desiderava riprendere il personaggio di Newton, da lui impersonato nel film. La trama sembra di secondaria importanza rispetto allo sviluppo quasi espressionistico del tema portante: l’alienazione da sé e dagli altri. Un tema che è peraltro centrale sia nel film originale sia nella produzione artistica di Bowie. Che in questo musical sembra ispirare le scelte principali della regia. La band che suona oltre una vetrata che separa dal palco e dal pubblico. Il vissuto dei personaggi, ciascuno a modo suo isolato nel desiderio di comunicare, perennemente frustrato. La fluidità del rapporto fra proiezioni immaginarie e realtà.

Attraverso Michael C. Hall, David Bowie torna a interpretare un personaggio che veicola i temi centrali della sua musica. Così come in passato avevano fatto Ziggy Stardust, Halloween Jack e The Thin White Duke.

David Bowie e la scelta delle canzoni

Dopo una scena iniziale che riprende il dialogo di chiusura del film, la prima canzone è Lazarus. Già ascoltata nell’interpretazione di Michael C. Hall, anche negli arrangiamenti dotata di un piglio più urgente rispetto alla versione di Bowie. Segue immediatamente It’s No Game la cui coreografia fa eco alla scena di teatro kabuki dell’Uomo che cadde sulla terra. Anche questa un’interpretazione tutt’altro che facile e molto riuscita di Hall.

Al personaggio di Valentine (Michael Esper) spettano invece alcune dei momenti più emozionanti ed inventivi della messa in scena. Valentine’s Day su tutti. Ma anche Dirty Boys e All The Young Dudes. Sono questi i passaggi in cui la scelta dei brani sembra meglio integrata alla drammaturgia. Altrettanto si può dire per Where are we now, pure affidata a Michael C. Hall. E Life on Mars interpretata dalla misteriosa ‘Girl’ (il personaggio non ha un nome). La quindicenne Sophia Anne Caruso.

Non poche le lacrime fra il pubblico, in larga parte composto da fan di lunga data di David Bowie. Le repliche di Lazarus continueranno fino al 22 gennaio 2017. Qualche biglietto resta ancora disponibile.

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