I Beach House continuano a guadagnare consensi
Alex Scally e Victoria Legrand piacciono praticamente a tutti, dai recensori di mezzo mondo (persino gli ex cattivi di Pitchfork) a Jay-Z e persino a Beyoncé. Anche questo loro quarto album sta guadagnando unanimi consensi, confermandoli nome di punta del cosiddetto ‘dream pop’. Ora, proprio in questa definizione sta, a parere di chi scrive, un problema. Se la componente ‘dream’ è di certo presente nella musica dei Beach House, quello che manca è il pop, nel senso di canzoni che restino in mente (salvo, forse, Wishes e Troublemaker). Così accadeva nei lavori precedenti, così accade anche qui. In fondo anche gli esponenti del dream-pop anni ’80 avevano il loro punto di forza nelle atmosfere, però i Cocteau Twins potevano contare su una suggestiva dimensione arcana e il nucleo This Mortal Coil svicolava sul problema della scrittura melodica sfruttando il canzoniere di Tim Buckley, Alex Chilton, Gene Clark… Ciò detto, Bloom risulta fluido, piacevole e perfetto per un ascolto rilassato-consapevole da serata fra persone colte. Non è poi un grande complimento.
6/10