Arctic Monkeys Roma

Domenica 16 luglio 2023: Arctic Monkeys a Roma!

Fa caldo a Roma. Il traffico è bloccato da più di un’ora intorno all’Ippodromo delle Capannelle, ma io sono a piedi. Un chilometro e ottocento metri dividono il mio albergo dalla meta: Rock in Roma. Sorrido sudata pensando che quando ho comprato il biglietto avevo 2 paia di calzini e Natale era appena passato. Sorrido sudata, soprattutto, pensando che stasera sentirò finalmente live la mia colonna sonora dell’inverno e il miglior album del 2022 in assoluto: The Car firmato Arctic Monkeys. Dieci nuove tracce scritte da Alex Turner, prodotte da James Ford e registrate tra il Butley Priory (un ex monastero nel Suffolk), i RAK Studios di Londra e La Frette di Parigi. 

Arctic Monkeys in tournée dopo il successo di The Car

Dati e tecnicismi signori miei sono finiti, adesso si passa al sodo e cioè al sale: sudore e lacrime (di gioia). Il settimo album era forse atteso e temuto come la famigerata “crisi” del settimo anno, ma tutto è andato per il meglio e The Car, uscito a ottobre 2022, è stato un successo! Non solo. Ne è seguito un tour europeo che ha finalmente toccato anche l’Italia! Torniamo quindi a domenica.

Mentre passo i “controlli” all’entrata mi cattura l’architettura decadente delle gradinate dell’ippodromo per poi successivamente accorgermi che nell’aria c’è già la musica (senza nulla togliere alla band, ma l’architettura decadente mi manda fuori di testa).

Sul palco l’opening act della serata, Willie J Healey, cantautore giovane promessa della musica made in UK,  seguito da The Hives, esplosiva band svedese che dal palco scalda (ulteriormente) la folla già presente in notevole quantità. 

Il range ampio e variegato del pubblico già evidenzia la traccia indelebile lasciata dalla musica dai Ragazzi Scimmia nel corso degli anni. I 45 minuti in attesa degli headliners sono serviti per prendere una birra e trovare la miglior postazione possibile per godermi lo spettacolo. Il palco, ancora prima dell’inizio della performance, prometteva grandi emozioni: sarebbe bastata la mirrorball che svettava al centro della scena per regalare grandi magie a una nostalgica degli anni ’70, ma la combo con il visual del concerto proiettato sui due grandi monitor laterali e su una circolare centrale è stato decisamente una scelta vincente! 

Un concerto coinvolgente sia nei suoni sia nella parte visuale

Appena spente le luci, tra il boato del sold out (alle 21:45 erano arrivati TUTTI), salgono sul palco i musicisti e infine appare Alex Turner direttamente e splendidamente catapultato dagli anni ’70 (per l’appunto)! Camicia?/Polo? bianca, stivaletti a punta neri, occhiali da sole e capelli a caschetto. Sì ok, era figo, e lo sapeva bene! Ci vuole solo il tempo del primo brano per accordare un po’ i suoni (se vogliamo fare i precisetti), ma dal secondo pezzo in poi è chiaro perchè gli AM “si confermano migliore rock band inglese del momento” (così dice chi se ne intende e così penso anche io). Passiamo quindi ai componenti della suddetta band: Matt Helders (batteria) è un metronomo vivente, Jamie Cook (chitarra) impeccabile e Nick ‘O Malley (basso) impeccabile alla seconda. Uniti e appassionati seguono e molte volte coprono gli inevitabili colpi d’ego (ricordate che è figo e lo sa!) di Turner portando a casa ogni singolo brano come fossero in studio di registrazione! L’atmosfera è carica di energia e nonostante questo il pubblico degli AM si è rivelato serafico e desideroso soltanto di godersi la serata.

I visual, calata la notte, regalano al palco un sapore d’oro e gelatina per capelli, incorniciando perfettamente uno ad uno i protagonisti della serata. (Potrebbe materializzarsi il Signor Bowie in persona su quegli schermi da quante citazioni cromatiche e grafiche passano negli effetti visivi scelti!

Di The Car appaiono poche schegge lasciando ampio spazio alla riproposizione di successi andati eppure mai dimenticati. Sarò deludente, ma ero talmente presa a ballare, sudare e commuovermi che non sono sicurissima della sequenza precisa i brani. Spero non ve ne abbiate troppo a male, però è dal 2018 che Roma li aspettava, e pure io. 

La scaletta:

Sculptures Of Anything Goes
Brianstorm
Snap Out of It
Don’t Sit Down ‘Cause I’ve Moved Your Chair
Crying Lightning
Teddy Picker
The View From the Afternoon
Four Out of Five
Why’d You Only Call Me When You’re High?
Arabella
Fluorescent Adolescent
Perfect Sense
Do Me a Favour
Cornerstone
There’d Better Be a Mirrorball
505
Do I Wanna Know?
Body Paint
I Wanna Be Yours
I Bet You Look Good on the Dancefloor
R U Mine?

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Autrice di testi teatrali, aiuto regia, organizzatrice eventi, ideatrice e curatrice del progetto PalinSesto, spazio culturale in provincia di Firenze. Cresciuta a concerti, marmellata e cantautorato italiani anni ’60 ’70, rimane folgorata, nei corridoi della scuola superiore, dalla musica rock in cuffia e dall’arte pittorica del ‘900 creando, involontariamente, un mix di gusti personali all’apparenza bipolare se non tripolare. Curiosa per natura, frequentatrice assidua di mostre, concerti, cinema e teatro, si riposa leggendo.

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