Celebrating David Bowie

Celebrating David Bowie in Paris @ Salle Pleyel, 10.01.2018.

Celebrating David Bowie

Celebrating David Bowie riprende il suo cammino in Europa dopo l’esordio negli Stati Uniti e in Australia nel 2017. La data scelta non dev’essere casuale ed è quindi con non poca emozione che mi appresto a seguire l’inaugurazione parigina. La Salle Pleyel, ancora fresca di restauri, è una bella cornice, piena in ogni ordine di posto. Intrattiene per poco tempo French Tobacco, mentre la gente riempie il teatro. E appena passate le 20.30 i musicisti sono sul palco.

Mike Garson è l’anima di Celebrating David Bowie

La line-up prevista per il tour europeo è composta, ovviamente, da Mike Garson, l’ideatore di Celebrating David Bowie, e poi da Adrian Belew, Gerry Leonard, Carmine Rojas, fra quelli che negli anni hanno suonato con David Bowie. Ci sono poi strumentisti che completano la band, e una rosa di cantanti che si alternano. Si comincia con una raffica di canzoni scelte fra differenti dischi e differenti decadi. Ad aprire una potente The Stars Are Out Tonight, poi ci sono Golden Years e Moonage Daydream e ancora alcune altre. L’emozione è forte: risentire queste canzoni, ascoltate migliaia di volte, dal vivo con la potenza della band non può lasciare indifferenti. E’ il momento migliore della serata, a anche quello in cui la commozione prende il sopravvento sull’ascolto vero e proprio.

Celebrating David Bowie attraverso le canzoni

Poi prende la parola Mike Garson che introduce brevemente la serata e il senso di Celebrating David Bowie. Non si perde in chiacchiere e giustamente lascia parlare la musica per buona parte della serata. Solo in un’occasione racconta un aneddoto, e poi naturalmente presenta i musicisti. Ma la scelta è davvero quella di non spingere sui toni emotivi: non ci sono filmati d’epoca, solo la scritta Celebrating David Bowie sullo sfondo e poi belle luci. Il resto lo fa la musica.

Celebrating David Bowie
Mike Garson @ Celebrating David Bowie

Nella sequenza di brani che seguono l’introduzione trovano posto alcuni grandi classici di Ziggy, The Man Who Sold The World, Hunky Dory. Alladin Sane ha una lunga coda pianistica con improvvisazioni di un Mike Garson sempre perfetto. Poi nella seconda metà c’è posto anche per gli anni ’90 (Heart Filthy Lesson, Little Wonder), mentre da Blackstar abbiamo proprio in chiusura I Can’t Give Everything Away, ma nella versione Nine Inch Nails. Infine, Heroes sigilla il concerto.

Il giudizio su Celebrating David Bowie

Prima parte più riuscita della seconda: suonare e cantare Starman, per dire, è più facile di Sound & Vision. Nella seconda parte mi pare inoltre che il suono sia stato meno cristallino che nella prima, ma potrebbe essere un’impressione. La band, inutile dirlo, è perfetta. Altrettanto ovviamente, il canto rappresenta lo scoglio principale. Il protagonista, con il numero più alto di canzoni, è Angelo Moore dei Fishbone, in abiti da clown.

Celebrating David Bowie
Joe Sumner, Angelo Moore, Paul Dempsey @ Celebrating David Bowie

Bella voce, anche se dovrebbe fare lo sforzo di ricordare meglio i testi (ma siamo al debutto). Soprattutto, poi, la presenza scenica fa la differenza: è lui a invitare, quasi a imporre al pubblico di alzarsi verso la metà del concerto. Cosa che viene fatta anche se non tutti mostrano lo stesso entusiasmo; d’altra parte l’età media non è proprio giovanissima.

Celebrating David Bowie
Mr Hudson @ Celebrating David Bowie

Poi ci sono Paul Dempsey degli australiani Something For Kate, che come ricorda Mike Garson avevano aperto diverse date del Reality Tour di David Bowie. Sua un’ottima The Man Who Sold The World. Fa un bel lavoro anche Joe Sumner, che ha una voce duttile. Ma soprattutto menzione speciale per Mr Hudson, noto soprattutto come produttore e coautore di musicisti pop e rap, che sfodera una bellissima voce su diversi brani epoca Hunky Dory e Ziggy.

Celebrating David Bowie
Raphaël @ Celebrating David Bowie

Momento decisamente negativo con l’ospite francese Raphaël, con il quale Mike Garson ha collaborato, come ricorda quando lo introduce. Niente male come solista Raphaël, ma proprio non riesce a rendere sue le due canzoni che interpreta: China Girl e Where Are We Now. Peccato, perché è un momento che spegne decisamente il concerto. Peccato anche per l’assenza di Gail Ann Dorsey, che evidentemente non si è voluta impegnare nel lungo tour che attende. Lei sarebbe stata in grado di interpretare meglio di molti ospiti le canzoni di David Bowie. Infine menzione speciale per Adrian Belew, che fa quello che può come vocalist su molte canzoni, e su Heroes compie anche un buon lavoro.

Per onorare la musica di David Bowie

Nel complesso, con i suoi alti e bassi, Celebrating David Bowie è sicuramente una bella esperienza, un momento per risentire dal vivo la potenza e l’incredibile varietà di stili che David Bowie ha sapute forgiare nel corso degli anni. Chiaro che la sua unicità non è riproducibile, ma dopo il musical Lazarus, anche Celebrating David Bowie è un buon modo per festeggiarlo. Per il resto abbiamo i dischi, i live, i ricordi.

Celebrating David Bowie

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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