L’atteso ritorno di Faust’o il 15 febbraio al Circolo Caracol, Pisa
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Alla fine è tornato a farsi chiamare Faust’o, dopo avere ripudiato per tanti anni quello pseudonimo con cui aveva marchiato a fuoco il rock italiano tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, per poi tornare dopo lunga pausa col nome completo, Fausto Rossi, sparire di nuovo, rifare capolino alla fine degli anni Zero con tre dischi belli e impossibili, sparire di nuovo. Siamo abituati a queste sue lunghe pause di assenza, ma non riusciamo a dimenticarci di lui, Ed ogni ritorno è una gioia e ogni occasione per risentirlo dal vivo è da non perdere.
Faust’o & Skywalkers
Al Caracol aveva già suonato una decina d’anni fa, nella vecchia sede del locale, accolto con un entusiasmo e un affetto che si riserva ai grandi. Ma stavolta ad accompagnarlo c’è una band vera propria, gli Skywalkers, chitarra, basso e batteria, con la promessa di rifare anche i pezzi di quando – appunto – si chiamava Faust’o.
Nostalgia ma non soltanto per Faust’o al Circolo Caracol, Pisa
E la scaletta non mente: si parte proprio con un brano da “J’accuse… amore mio“, “Piccole anime”, seguito da “Il lungo addio”, che faceva capolino in “Poco zucchero”. Versioni secche, ma il vero primo colpo al cuore è “Alien”, dal disco eponimo dell’83. Lui magro, capelli lunghissimi, le braccia lungo il corpo e le mani dalle dita affusolate, ogni tanto un sorriso sornione, mentre la band lo asseconda al meglio, una buona sezione ritmica e una chitarra creativa quanto basta. “Benvenuti tra i rifiuti” chiude la prima parte nel delirio del pubblico, una delle più grandi canzone italiane di sempre.
Poi, dopo due letture tratte dal vecchio Maestro William Burroughs, una seconda parte non meno emozionante, da “Exit” a “Troppe canzoni”, passando però per alcuni brani più recenti – e molto buoni – come “Paradise” e “Il vostro mondo”. Un rammarico per i fan, forse, la mancanza di tanti altri brani importanti, per un concerto che sarebbe dovuto durare molto, molto di più.