Federico Sirianni – Festival Internazionale di Poesia di Genova, 17 giugno 2020.
Ecco, qui. Per me finisce finalmente oggi questa insopportabile astinenza dai concerti e dagli eventi dal vivo, pur con gli accorgimenti di questi tempi tristi (mascherina, misurazione della temperatura, ecc.). L’occasione è un evento compreso nel programma di “Parole Spalancate”, festival di poesia che Claudio Pozzani organizza con infinita passione da 25 anni e che anche stavolta, nonostante tutto, è riuscito a mettere in piedi.
La crescita artistica di Federico Sirianni
Seguo Federico Sirianni con affetto da una vita, nelle sue poliedriche giravolte artistiche tra teatro, cantautorato di qualità, polke, sirtaki e violini zigani. La sua crescita artistica è stata esponenziale, al punto che credevo non avrebbe potuto superare le vette del suo ultimo album (Il Santo, 2016). Ma il nostro pardo è come un whisky delle highlands, più matura e più le sue composizioni crescono in cifra artistica ed intensità, ed un vago sentore di torba ad insaporire ulteriormente il tutto.
Stavolta è venuto a presentarci, in anteprima nazionale, un’anticipazione del suo prossimo album Maqroll – la cui uscita, causa pandemia, è rimandata a inizio 2021. Si tratta di un lavoro ispirato all’opera di Alvaro Mutis e dedicato alla figura del gabbiere, il marinaio in cima al pennone, che sta di vedetta e prima di tutti, nel manovrare le vele, può gettare lo sguardo lontano ed avvistare i banchi di pesce e la terra quando si avvicina.
Federico Sirianni: poemi in musica
E adesso dovete sapere che i quattro pezzi della sua (troppo) breve esibizione non sono canzoni, credetemi. Sono mirabolanti piccoli poemi in musica che virano, strambano, beccheggiano e commuovono, tra odore di salsedine e folate di maestrale; singolare, per uno che tanti anni fa ha scritto una canzone dal titolo Liberaci Dal Mare.
In particolare, quello con cui si è congedato è un’assoluta meraviglia vagamente apocalittica chiamata Ecco Qui: “Ecco qui un altro collo sul piatto/e al suono del talamo cala la spada/ecco qui il sangue e la neve/ecco qui la cenere e il fuoco/sotto l’arco di Elvira vederti passare/e poi piangere per così poco”. (Del brano potete vedere e ascoltare qui sotto una scarna, emozionante versione per voce e piano.)
https://www.youtube.com/watch?v=cuxuWQaGZAo
Dopo la lunga astinenza tanto Sirianni live
Chi non c’era e abita a Genova o dintorni, non si preoccupi; è possibile rimediare, perché Federico tornerà presto. Dove e quando, dite? Intanto sabato 1° agosto in un posto molto bello quale l’isola della chiatte. Poi, ai primi di settembre, per presentare tutto intero il nuovo lavoro in occasione della conclusione del festival della poesia, ancora nel cortile di Palazzo Ducale. Ecco, qui.