Orchestre Tout Puissante Marcel Duchamp

L’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp alla Claque di Genova, 6 febbraio 2023

Due batterie complete, percussioni varie, due chitarre elettriche, due violini, tromba e trombone, violoncello, contrabbasso e, ai  lati del palcoscenico, due marimbe disposte specularmente; se riuscite a immaginare come possa suonare un simile ensemble, tanto di cappello! Dimenticavo, oltre a quell’ armamentario tutti,o quasi, i componenti cantano (o declamano,  come l’agitatissimo chitarrista). Le influenze dell’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp (!!) sono varie ma sfumate. A qualcuno verrà in mente Zappa, ma le chitarre non indugiano mai in lunghi assoli e non c’è il tipico sberleffo, mentre i ritmi africani o le ossessive percussioni portano, rispettivamente,  verso i Talking Heads e Steve Reich. Qualcuno dirà anche Sun Ra, ma il jazz è assai lontano, mentre più vicini sono i Can, visto lo stordente motorik delle batterie.

La musica totale dell’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp

Inutile, quindi,  tentare di incasellare a forza la torrenziale vitalità della musica proposta dal gruppo; meglio è stato godere della musica con tutto il corpo. L’orchestra nasce a Ginevra, e, a occhio e croce, i musicisti hanno studiato parecchio. Sono una dozzina, piuttosto giovani e a maggioranza femminile. La doppia  marimba è decisamente il tratto distintivo e originale, lo strumento è sempre presente (e doppio) nell’incessante interplay della serata. Il risultato finale: un’ ora di concerto così densa e soddisfacente che non ha scontentato nessuno. L l’unico rimpianto, almeno per me, è quello di aver visto tra gli strumenti una cornamusa che non è stata usata. Forse, da buoni svizzeri neutrali, non volevano esagerare con uno strumento così divisivo… Discograficamente l’Orchestra ha prodotto una manciata di dischi, che comunque non rendono del tutto la complessità e l’energia che i musicisti creano dal vivo (l’ultimo lavoro è  stato prodotto da John Parish). Bene hanno fatto gli organizzatori, Incadenza, Disorder Drama (e La Claque) ad invitarli, per mostrarci il lato migliore della numerosa congrega dell’Orchestre…

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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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