PJ tour

Due date a Parigi per PJ Harvey: il 12 ottobre è live @ Olympia.

PJ Harvey torna in tour per presentare live I Inside the Old Year Dying: un mini tour, almeno per il momento, in sale non tanto grandi, per un disco low key. A Parigi ha scelto l’Olympia, due serate per le quali i biglietti sono andati via in un attimo. Ed eccoci qui a fotografare la mitica insegna al neon che già fa pregustare la serata.

PJ Harvey Olympia

La scaletta si conosce dalle date precedenti. L’intero disco in apertura, eseguito nell’ordine della registrazione, poi una seconda parte con classici e rarità, da un catalogo, il suo, che abbonda di entrambi.

Una formazione ridotta rispetto al passato prossimo

Rispetto al tour precedente si sceglie la sobrietà. Mentre attendo l’inizio del concerto, c’è tempo per studiare il palco disseminato non solo di strumenti, ma anche di sedie, un leggio, un tavolino con il ramo che compare sulla copertina di I Inside the Old Year Dying… Anche la band è ridotta, come scopriamo subito. Ci sono il batterista scalzo Jean-Marc Butty, il polistrumentista Giovanni Ferrario, James Johnston e naturalmente John Parish. I quattro entrano vestiti di colori chiari, al pari di PJ Harvey che segue a ruota. Dismessi abito e piume neri con i quali l’avevamo vista l’ultima volta, indossa un abito smanicato, lungo e pallido.

La setlist del tour di PJ Harvey

Senza preamboli si parte con Prayer at the Gate e un cono di luce che la segue. Il pubblico è da subito caldissimo; chiaro che gli applausi sui brani più noti subisseranno gli altri, ma anche I Inside the Old Year Dying riceve il giusto tributo. Le versioni non di discostano molto dagli arrangiamenti del disco, è chiaro, e dal vivo i brani filano via benissimo, con alcune preferenze personali. Con l’eccezione della bella Lwonesome Tonight mi pare che la seconda parteinfatti sia migliore della prima, e la sequenza A Child’s Question, August, I Inside the Old I Dying, Augus,t A Child’s Question, July, A Noiseless Noise è perfetta.

Segue una breve uscita di scena per PJ Harvey, mentre i quattro intonano The Colour of the Earth da Let England Shake. E a quel disco per il quale i superlativi non basteranno mai torna al rientro sulla scena: The Glorious Land scalda il cuore e The Words That Maketh Murder, eseguita con la sua autoharp sotto il braccio, commuove. Che ci sia un legame fra le atmosfere del nuovo disco e quelle di Let England Shake è una sensazione confermata dall’esecuzione live. Le rarità promesse ci sono: Angeline e soprattutto la sensazionale The Desperate Kingdom of Love. La potenza di Dress e Man Size ci fanno viaggiare verso l’ultima parte con Down by the Water, che emoziona ogni volta, riarrangiata in modo spartano per raccontare la storia topica di un infanticidio, e poi una spettacolare To Bring You My Love.

PJ Harvey parla poco, ma si ferma a presentare i quattro musicisti e a ringraziare ripetutamente. Gli encores chiudono il cerchio magico della serata. C’mon Billy è eseguita con una strumentazione essenziale e, anche qui, un piglio folk che immediatamente rinvia a I Inside the Old Year Dying. Una toccante White Chalk con l’armonica è l’ultimo atto, e che atto!

PJ Harvey tour

Quando non è alla chitarra, PJ Harvey si aggira sul placo con movenze teatrali degne di un anfiteatro della tragedia greca, e a ben guardare abito e acconciatura dei capelli vanno nella stessa direzione. E che dire della voce? Cristallina, potente dov’è richiesto, tremula in altri momenti, sembra che migliori con gli anni. Il concerto è molto più che la somma delle sue parti, già notevoli, perché PJ Harvey & Co. riescono a tenere insieme materiale scritto nel corso di trent’anni dando al tutto uno stile e un’atmosfera coese dove il folk prevale sul rock, ma la classe di Polly Jean prevale su tutto.

PJ

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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