Antony Hegarty cambia tutto! E il risultato è più che soddisfacente
Il ritorno di Antony, ora Anohni
Antony Hegarty cambia tutto o quasi. Cambia nome, diventa Anohni, cambia identità, sceglie il femminile, e cambia genere musicale. Della musa lacerata, a cui siamo abituati, rimane una cosmica attitudine pessimistica, che viene esibita in maniera innovativa: meno dolente e più tonica, si potrebbe persino dire esuberante. L’album della rinascita si chiama Hopelessness e la disperazione del titolo è presente quasi in ogni brano. La novità sta nell’abbraccio che l’artista porge all’intero pianeta, quasi come se fondendosi con una natura leopardiana si potesse trovare un riscatto o quantomeno una catarsi collettiva che scaturisce dalla denuncia di atrocità di vario genere.
Hopelessness
Undici nuovi brani che a sorpresa colpiscono per energia e freschezza nonostante le tematiche affrontate. Sonorità elettroniche e accenni a una dance postmoderna e strampalata fanno da biglietto da visita a uno dei dischi migliori della stagione, oltre che a un’artista che, dopo un periodo eccessivamente cupo e involuto, è pronta a ripartire con inaspettata energia (importante, in tal senso, il lavoro di Ross Birchard/Hudson Mohawke, tastierista e produttore di gande duttilità). I momenti più significativi di Hopelessness sono quando Anohni osa di più. Drone Bomb Me è un pugno nello stomaco urlato da una ragazza afgana: “drone bombardami, spazzami via dalle montagne fino al mare, staccami la testa”.
Obama e 4 Degrees sono altre due perle che rimangono impresse per le geniali intuizioni musicali e per la crudezza con cui Anohni esprime la sua delusione per il primo presidente afroamericano e per il maltrattamento del pianeta. Bentornata miss Hegarty! E continua così!
8,7/10