I belgi Balthazar realizzano il loro disco migliore
Quintetto belga attivo da qualche anno, i Balthazar sembrano pronti con il terzo disco, Thin Walls, a seguire le orme dei Deus e farsi apprezzare molto al di fuori dei confini nazionali o di quelli di Francia, dove pure sono famosi. Alla produzione c’è Ben Hillier, che ha lavorato con Blur e Elbow, e in Europa hanno aperto per gli Editors, ma non somigliano a nessuna di queste band: basterebbe ascoltare il singolo Bunker e il suo basso penetrante per apprezzarne il pop elegante, vivace e per niente scontato. Forti di due ottimi cantanti, Maarten Devoldere e Jinte Deprez, in una formazione a cinque che include anche Simon Casier, Michiel Balcaen e Tijs Delbeke, la band si era fatta già notare nel 2012 con Rats e soprattutto con la canzone The Man Who Owns the Place, brano di apertura della serie tv La Trêve.
Thin Walls convince dall’inizio alla fine
Ma tutta la prima parte di Thin Walls mostra i Balthazar in forma eccellente, a partire dall’apertura con Decency, passando per l’altro singolo Then What e per Nightclub e arrivare dunque a Bunker. Con Wait Any Longer il disco assume toni ’60s, che tinteggiano anche altre composizioni senza eccessi revivalistici, mentre Last Call, con le belle tastiere d’apertura, richiama il pop australiano d’annata (tipo Died Pretty). Thin Walls si conclude con l’eccellente True Love, dall’incedere lento e le aperture quasi epiche. E subito torna voglia di riascoltare tutto.
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