A un mese dal disco precedente, i Beach House sono già cambiati
Come accadde a una celebre icona dei Sixties, anche Tomtomrock ha fatto un sogno: i Beach House hanno letto la nostra recensione assai dubbiosa a proposito del loro Depression Cherry, uscito in settembre, e hanno deciso di pubblicare un nuovo disco. La prima parte del sogno non è vera (peccato però…), la seconda sì. A sorpresa Thank Your Lucky Stars arriva infatti negli store digitali e in quelli tattili ad appena un mese di distanza dalla Ciliegia Depressa. Sempre a sorpresa (quantomeno per Tomtomrock) è un bel disco.
Thank You Lucky Stars
Viene messa da parte quasi del tutto l’immacolatezza istituzionale e vagamente sdegnosa dei dischi precedenti, il tono all’insegna del “chi non ci ama non ci capisce” e si compie il miracolo della canzone godibile, delle tastiere più piacione ma anche più piacevoli, del pop insieme al dream, della drum machin che fa poveri ma belli, del gancio melodico che ti cattura e ti induce, wow, al riascolto emozionato (All Your Yeahs, Elegy To The Void, Rough Song, Somewhere Tonight – se qualcuno ricorda i Galaxie 500 può avere un’idea del tipo di atmosfere).
E’ come se nella “casa sulla spiaggia” si fosse rotta l’aria condizionata e dalle finestre aperte fosse entrato il mondo con il suo calore (in tutti i sensi), le sue difficoltà, le sue cupezze. E poiché le canzoni provengono dalle stesse sessions di Depression Cherry ciò vuol dire che Alex Scally e Victoria Legrand possono passare senza apparente fatica dalle loro modalità consuete a questo registro più avvicinabile e meno altero. Sarebbe bello se continuassero così: che nessuno gli ripari l’aria condizionata.
7,8/10