aladdin-sane-40th

aladdin-sane-40th

di Marina Montesano

“Ziggy goes to America” è la definizione epressa dallo stesso Bowie nel 1973 per descrivere Aladdin Sane: ed è meglio di quanto avrebbe potuto fare qualunque critico, perché in effetti il disco abbandonava il pop di Ziggy Stardust per un suono più rock (Jean Genie, Watch That Man), denso di riferimenti alla cultura americana (Cracked Actor, Drive In Saturday). Allo stesso tempo Aladdin Sane riprendeva un immaginario Camp meno presente in Ziggy Stardust (disco, non personaggio) e invece esplosivo in perle come Time e Lady Grinning Soul (straordinari in quest’ultima, oltre che ovviamente nella title track, gli arrangiamenti pianistici di Mike Garson,). Poiché lo si voleva far uscire a brevissima distanza dal precedente, in un periodo denso di esibizioni live, ecco l’inclusione della cover di Let’s Spend The Night Togheter e di The Prettiest Star, composta nel 1970. Il risultato è comunque eccellente, in un’epoca in cui evidentemente Bowie non riusciva a sbagliare un colpo, anche quando andava di fretta. Aladdin Sane era uscito su CD inizialmente nella bella collezione Ryko, dove tuttavia figurava come il titolo meno interessante non avendo bonus tracks. Poi ci sono state le rimasterizzazioni della EMI (il disco era uscito originariamente per la RCA), inclusa quella del 2003 per il trentesimo anniversario, con bonus tracks. Dieci anni più tardi esce quella del quarantesimo, rimasterizzata da Ray Staff, lo stesso ingegnere del suono del LP originale. Allora, vale la pena? Se non l’avete in alcuna versione: pentitevi, smettete di leggere e uscite a comprarlo. Altrimenti, possiamo dire che rispetto alla versione precedente il suono non è migliore o peggiore, è semplicemente diverso, e questo anche senza disporre di hi-fi superlativi; meno compatto, più simile al vinile, con una migliore definizione dei singoli strumenti e della voce. Chi ama un suono più marcatamente stereofonico potrebbe trovarlo fragile, agli altri piacerà. Carina l’idea di riprodurre la grafica originale, anche all’interno; mentre è una pecca grave aver scelto di inserire una barra azzurra laterale con l’indicazione dell’anniversario: per questo ci sono gli sticker, e non era il caso di rovinare l’immagine più iconica di Bowie, non per niente scelta quale logo della mostra David Bowie Is, allestita in questi mesi al Victoria & Albert Museum. Solo per questo 0,1 punti in meno del massimo.
9,9/10

 

Per discuterne:

https://www.facebook.com/groups/282815295177433/

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=1jIiQhUwdhk

David Bowie – Jean Genie (live)

 

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