De Gregory canta Dylan

De Gregory canta Dylan

di Giovanni Porta

Chiudo gli occhi e non penso che le musiche siano di Bob. Cerco di dimenticare che De Gregori l’ho sentito la prima volta ai tempi del tour con Lotta Continua. E allora appena le note vanno e le parole si srotolano mi rendo conto che questo è De Gregori che ha capito tutto, che ha saputo leggere Dylan meglio di chiunque altro. Non ha copiato. Non ha rubato. Ha amato. E ama ancora. Perché non c’é altra spiegazione se non questa per disegnare le strofe che riprendono scene, personaggi, orari, speranze, disillusioni, amarezze, amori e disamori, e tutto quello che può attraversare la strada di un uomo qualunque. E se in Dylan c’è il tempo, amori svaniti e la fede, ritroviamo gli stessi temi in De Gregori.
Confesso che a sentire Un Angioletto Come Te, la prima volta ho storto il naso….mi sembrava un vezzeggiativo talmente zuccheroso da rovinare tutto il resto. Eppure, mi son detto dopo, come si traduce ‘sweetheart’? E ancora una volta De Gregori aveva capito.
La riscrittura di Via della Povertà è da brividi. Riuscire a far entrare tutti i personaggi in questo vicolo che se non si chiama più Desolation Row, trasuda comunque tristezza e desolazione da ogni mattone. La povertà dell’anima, appunto.
Trovo che l’ultima strofa sia un grande pezzo di bravura: “Questa gente di cui vai parlando/ Non ha carattere, non ha fisionomia/ Ho dato a tutti quanti un’altra faccia/ E ho usato nomi di fantasia”.
E facciamo finta di non pensare alla difficoltà della lingua italiana ad entrare in quel ritmo così incalzante, ma che dire di “Butta la scaletta/ Salta dalla nave/ Evita i coriandoli/ Non portare sandali/ Gli sbocchi li hanno chiusi/ Senza troppi scandali/ Non cercare le maniglie/ Le hanno prese i vandali” ? Se c’era da interpretare-tradurre quel senso di follia e paranoia di Subterranean, De Gregori ha trovato la chiave per farlo.
Ascoltando ogni canzone si ritroveranno immagini e riferimenti a canzoni di De Gregori…..se non è amore questo!
C’è sempre un brano che si ama più degli altri e diventa difficile non parlarne, soprattutto quando si cerca di scrivere di due artisti che uno si porta nel cuore ogni giorno. Ho scelto “Non è buio ancora”. Perché è un brano che è crepuscolo quando senti la voce di Dylan e si fa sera tarda e dolore quando la voce di De Gregori riscrive le pause e i respiri dell’originale.
Ma dico sussurrando che è arduo scegliere questa e non “Dignità”. “Non ho più scampo, Niente da indossare/ Su Una barca in tempesta in altalena sul mare”. Questo è Dylan e questo è De Gregori. Musica che uno prega ne capiti ogni giorno….

10/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=bd29sNmzaag

Un Angioletto Come Te

 

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