murry

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di Fausto Meirana

Le controversie della vita producono spesso buoni dischi e, anche se non ci troviamo di fronte ad un Tonight’s The Night o a un Blood On The Tracks, John Murry può certamente dire la sua; il ragazzone di Tupelo, Mississippi (eggià…) non esita a definirsi ‘un tossico’ e rivela sereno di aver superato più di un’overdose. Si presenta quindi così, senza filtro, all’esordio solista, composto da una decina di canzoni/confessioni buie e dense come la consuetudine con gli abissi della tossicodipendenza. I brani sono stati ripensati, ridotti o ampliati durante le registrazioni, plasmati dalla sapiente produzione di Tim Mooney, un vero ’final cut’,  vista la prematura scomparsa dell’ex batterista degli American Music Club. Tra i brani, invece del silenzio,  trovano posto scampoli di suoni o rumori, voci di famiglia come quella della madre o quella dello scrittore William Faulkner, del quale Murry è, peraltro, un lontano parente. A tratti qualche influenza nobile fa capolino, come la strofa di Knockin’ On Heaven’s Door nel brano che apre il disco, ma sono peccati veniali, ripagati da melodie anche cantabili come nell’ariosa Southern Sky o cover inaspettate come la breve e intesa versione per piano e voce di Thorn Tree In The Garden (da Layla di Derek And The Dominoes).  Questa versione dell’album, che uscì una prima volta nel 2012, contiene un secondo disco con alcuni demo di brani inediti, una versione alternata di California e una cover dei Lynyrd Skynyrd, I Need You. 

7.7/10

 

 Per un’intervista a John Murry v. su questo sito:

https://www.tomtomrock.it/2-non-categorizzato/210-john-murry-confessione-salvezza-e-rinascita-in-un-disco.html

 

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John Murry – California

 

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