The Life of Pablo Tidal Front Cover

 

La lunga attesa e le incertezze di Kanye West – The Life Of Pablo.

Si fa fatica a recensire The Life Of Pablo, e non certo perché Kanye West sia il musicista oggi più detestato: dalle petizioni per non farlo suonare a Glastonbury ai forum di ogni nazionalità su internet trabocca infatti vero e proprio odio nei suoi confronti. Per chi scrive, invece, My Dark Twisted Fantasy e Yeezus sono stati tra i dischi migliori di questi ultimi anni e di conseguenza l’attesa per The Life Of Pablo enorme, ma allo stesso tempo messa alla prova dall’incertezza sul titolo, la scaletta, la data di uscita.

Poi dal 14 il disco è diventato disponibile, ma solo su Tidal (o illegalmente: mezzo milioni di ‘scarichi’ già nei primi giorni), con l’annuncio che così resterà, senza mai uscire in cd o vinile (ma è vero? o è una mossa per favorire la compagnia del partner Jay-Z?), il che un po’ secca visto che il servizio, per quanto interessante, si può fruire esclusivamente tramite abbonamento. Infine si viene a sapere che la scaletta potrebbe di nuovo cambiare (tanto con il solo digitale è tutto possibile) e infine esce il primo video, diretto da Steve McQueen, che però non riguarda uno dei brani sul disco, bensì All Day, uscita lo scorso anno ed esclusa da TLOP. Tutto molto contemporaneo e tutto molto ‘opera aperta’, ma per chi è abituato a considerare un disco ciò che compri in un negozio e ti porti a casa non è esattamente l’ideale.

 

L’apertura di The Life Of Pablo

Dunque proviamo a parlare di ciò che, allo stato attuale, costituisce The Life Of Pablo (Picasso, san Paolo o chissà chi altro). Un disco di gospel, lo ha definito Kanye, e l’iniziale Ultralight Beam, uno dei momenti migliori, sembra dargli ragione: suoni sparsi, voce filtrata e cori, con un lungo, notevole intermezzo rap di Chance The Rapper, e le singole parti che stanno insieme grazie a una produzioni tra le migliori di Kanye. Qui come altrove troppi sono i contributi per nominarli tutti: basti dire che sul sito di Kanye i credits vanno avanti per una quindicina di pagine.

La successiva Father Stretch My Hands è divisa tra parte 1 e 2, la prima più melodica, la seconda con un forte richiamo trap. Poi arriva la collaborazione con Rihanna su Famous: qualche anno fa sarebbe stata sinonimo di “singolo da classifica”, ma evidentemente i tempi sono cambiati e in poco più di tre minuti abbiamo un brano che unisce tante parti (incluso un outro geniale) che potrebbero appartenere a canzoni differenti, ma che vengono tenute insieme dalla produzione sapiente. Feedback è aggressiva ed è anche l’unico momento a ricordare Yeezus. Possiamo considerare queste cinque canzoni il blocco d’inizio di TLOP, già sufficenti a rivelare la cifra del nuovo Kanye West: meno definito in uno stile/suono precisi rispetto a My Dark Twisted Fantasy e Yeezus, caleidoscopico, ricchissimo di idee al punto da confondere l’ascoltatore.

Le incertezze di Kanye West – The Life Of Pablo

Segue poi il passaggio più debole del disco, nonostante Highlights con Young Thugs sia niente male. Low Lights, I Love Kanye e Freestyle 4 sono praticamente degli intermezzi, chissà perché raggruppati insieme, costituiscono circa cinque minuti del tutto dispensabili. Waves, collaborazione con Chris Brown, inizia idealmente la terza parte di Kanye West – The Life Of Pablo: quella che contiene le canzoni di maggior peso. E’ uno dei passaggi migliori insieme alla successiva FML con The Weeknd, formidabile nell’unire due campioni di miserabilismo. Ricorda in parte (come diversi passaggi del disco, peraltro) 808s And Heartbreak e anche qui la conclusione con voce spettrale (non sappiamo attribuibile a chi) è geniale. Ancora, Real Friends e Wolves sono solide, quest’ultima differente dalla versione che si era ascoltata lo scorso anno; qui può contare su venti secondi finali affidati alla voce magica di Frank Ocean.

Ma il finale è fantastico

Altro inutile intermezzo di un minuto (Silver Surfer), poi le fantastiche 30 Hours con Andre 3000 e No More Parties In LA con Kendrick Lamar, per concludere con Facts e la quasi-house, in omaggio a Chicago, di Fade. Come si è capito, il disco è meno compatto degli ultimi due, a volte sembra assemblare l’ispirazione di momenti diversi, ma è un dato di fatto che il non miglior Kanye West è comunque una spanna al di sopra di molta delle produzione attuale, rock, rap o altro.

8/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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