matthew e white cover

matthew e white cover

Matthew E White – Fresh Blood.

Il brano d’apertura di Fresh Blood, Take Care Of My Baby, rappresenta uno splendido inizio, come se gli elementi accostati uno accanto all’altro da Matthew E White nell’opera prima Big Inner qui interagissero ancora meglio, dall’amore per il soul di Marvin Gaye a quello per il pop in stile Bacharach fino al tocco personale dato dall’introversione tipica del genietto da studio di registrazione; il tutto a creare un groove complessivo in perfetto equilibrio fra il suadente, il sensuale e l’incalzante. Si prosegue ancora bene con la fluida e simpaticamente polemica  Rock & Roll Is Cold (il r’n’r è freddo mentre il gospel è caldo – non è vero ma parliamone) e con Fruit Trees, dove fiati e cori scintillanti contrappuntano una vaga inquietudine di fondo e la voce di White pesca note profonde che dovrebbe usare più sovente.

Una seconda parte meno riuscita

Da qui in poi le pile del disco poco a poco si scaricano e si arriva torpidamente alla fine lungo una sequenza di pezzi  piacevoli e benissimo strutturati eppure mai disposti ad accelerare, né come andamento ritmico né come scatti emotivi, anche quando affrontano argomenti seri quali gli abusi ai minori nella chiesa cattolica (Holy Moly) o la morte di Philip Seymour Hoffman (Tranquillity).

 

Si appiattisce anche la voce, carezzevole certamente ma a volte narcolettica. Questa ricerca persino eccessiva della misura elegante è la stessa che ha caratterizzato un paio di mesi fa  l’esordio di Natalie Prass, non a caso prodotto da White, e va dunque considerato il marchio di fabbrica del musicista virginiano, del suo troppo metodo con poca pazzia. Non è un grande augurio quello che stiamo per fargli, ma una fidanzata spezzacuore forse lo aiuterebbe a modificare questi equilibri già un po’ risaputi a soli tre anni dall’esordio discografico e a mettere un po’ di rock & roll (caldo, naturalmente) nella sua musica.

6,8/10

print

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Di Antonio Vivaldi

Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.