di Fausto Meirana
Il nuovo e quinto album di Piers Faccini segna un cambiamento piuttosto evidente rispetto ai precedenti sforzi; la quasi totale assenza di percussioni o strumenti elettrici ne fa un capitolo a sé stante nella discografia dell’artista che propone una serie di canzoni dominate dal suo canto sussurrato e dall’accompagnamento di chitarre arpeggiate, piano e violoncello. Nato in Inghilterra, di padre italiano, ma cresciuto in Francia, Faccini ha sempre usato toni e suoni e nuances di differente provenienza, dagli strumenti rari di Tearing Sky (forse il migliore dei cinque cd) ai ritmi balcanici del più recente My Wilderness. Qui l’artista concede alle due lingue formative, francese e italiano, una canzone ciascuna, con interessanti risultati; Reste La Marée, da tempo disponibile all’ascolto in rete, è una dolce ballata in punta di voce, che ricorda un po’ il Bruce Cockburn degli inizi, quello degli sconfinamenti francofoni, mentre Il Cammino è un deciso omaggio ai cantautori italiani che evidentemente facevano parte della tappezzeria sonora di casa Faccini. Per chi apprezzerà l’omaggio all’Italia di Piers Faccini nella costosa edizione deluxe, con libro illustrato, c’è un secondo disco di cover, dove tra Springsteen, Cohen e Dylan, compare anche una versione di Cammina Cammina di Pino Daniele.
7.5/10
Seguiteci su Facebook:
https://www.facebook.com/groups/282815295177433/
e su Twitter:
httpv://www.youtube.com/watch?v=yuPCpfxCeq0
Piers Faccini: Black Rose