Il debutto di Ask The White – Sum and Subtraction.

Salutiamo con grande piacere questa nuova creatura uscita dalla funambolica fucina artistica che tra Arezzo e il Casentino ha dato vita a progetti interessantissimi come Sycamore Age, Walden Waltz e Ant Lion. Proprio da questi ultimi trae origine il duo degli Ask The White, qui al debutto. È stato infatti durante le registrazioni di A Common Day Is Born che la cantante e artista Isobel Blank e il musicista e compositore Simone Lanari hanno dato vita al loro sodalizio artistico.
A un primo ascolto l’elemento che più rimane impresso del disco è naturalmente la bella e calda voce di Isobel Blank, capace di disegnare uno spettro emozionale vario e affascinante, dove dolcezza, malinconia, rabbia, sogno, immaginazione si alternano con naturale eleganza. Quella della Blank è una voce che attraverso le varie modulazioni esprime un’interiorità complessa nella quale l’esperienza onirica e la realtà si sovrappongono e confondono. Il canto diventa così uno scavare nel profondo dell’io, in questo simile alla ricerca di artiste del Nord Europa come Jenny Hval o Fever Ray, oltre naturalmente a Björk. Ma in Isobel le asperità tormentate di queste ultime sono rese più lievi da una morbidezza mediterranea.
Sum and Subtraction, un disco di folk minimalista
Sum and Subtraction è un album ascrivibile al folk intimo e minimale, impreziosito da arrangiamenti molto equilibrati ed eleganti, che se da un lato assecondano le evoluzioni della voce di Isobel, dall’altro introducono momenti spiazzanti e sorprendenti. L’uso sia delle chitarre acustiche che dell’elettronica, dei campionamenti, degli effetti e degli strumenti, spesso campionati, non è mai banale o scontato. Il duo ha un’attitudine sperimentale che rende l’album qualcosa di più che una semplice raccolta di pur belle canzoni folkeggianti.
Le canzoni di Sum and Subtraction
L’iniziale You Cloud è così ricca di spunti e di trovate espressive che lascia incantati fin dall’inizio ipnotico e circolare e sorprende per il suo dilatarsi in una serie di sonorità elettroniche inquiete in sintonia con un testo che parla di nuvole, di lacrime, di abbandono e di andare alla deriva. Neither a Moon è lirica e nervosa al contempo. Just Make Me To ha un arrangiamento che mescola sentori glitch e post rock. A Millionaire Tree e Fall sono due incantevoli canzoni di ammaliante dolcezza psichedelica dalla forte connotazione onirica e fiabesca.
The Battle of the Happy Claustorm on Two Strings è frenetica, carica di tensione, con un drumming nervoso in evidenza. Il fingerpicking ridiventa protagonista in Remember the Future, che dopo un inizio quieto prorompe in modo lacerante nel finale, e nella conturbante e bellissima I’m Not The Place che disegna inasptetati paesaggi grazie anche alle percussioni tribali inserite nel finale. Chiude, quasi una catarsi, il canto breve e intenso di Known, praticamente quasi solo voce a chiudere il viaggio e consegnarci a un silenzio che è ancora pieno dei suoni e delle emozioni di un disco che difficilmente lascia indifferenti e del quale non è difficile innamorarsi al primo ascolto.
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