La strana serenità dei Teleman.
In ambito britannico, londinese in particolare, due nomi sembrano andare per la maggiore in questo periodo: Idles e Teleman. Sia nei suoni sia nell’attitudine non si potrebbe pensare a due gruppi più distanti fra loro: carichi come fucili e politicamente turboconsci i primi, suadenti, eleganti e a modo i secondi. Eppure un legame c’è. Il recente disco degli Idles s’intitola Joy As An Act Of Resistance. Il terzo album dei Teleman si intitola Family Of Aliens, ma potrebbe anche chiamarsi Joy As An Act Of Existence.
Il flusso sonoro di Family Of Aliens
Si tratta infatti di una raccolta di canzoni fra le più fluide, piacevoli e positive ascoltate negli ultimi tempi. E questo anche se i contenuti non sono poi troppo lievi, visto che il tema della fuga dal mondo fa capolino più volte. Siamo nell’ambito di quella specialità tutta inglese che è la ballabilità meditativa di gente come Hot Chip, Metronomy e Tracey Thorn. L’altra linea di discendenza, sempre tipicamente d’oltremanica, fa riferimento al pop gentile e problematico di Belle And Sebastian o, più indietro nel tempo, dei soliti Kinks.
E’ il gioco di riflessi parole-musica a rendere affascinante la title-track posta in apertura di lavoro. L’andatura è vivace e la melodia cattura subito; i versi però sono in chiaroscuro: “La felicità ti troverà/ Ti volerà accanto per tutto il tempo/ Satellite, ti senti solo?/ Stai ruotando da anni nel buio/ Famiglia di alieni/ Che balla intorno al tavolo da cucina/ La felicità vi troverà/ Vi volerà accanto per tutto il tempo”.
Anche i tre brani successivi viaggiano in modo impeccabile secondo la stessa dialettica: ritmi disco, piacevole mélange fra strumenti ‘veri’, elettronica moderna e i synth anni ’80 oggi di norma e parole che testimoniano di un rapporto sereno con le difficoltà del quotidiano. Ecco dunque quella gioia come atto di esistenza di cui si diceva. Ma gioia che arriva dopo la dovuta elaborazione dei momenti meno spensierati. Dopo questo inizio strepitoso, occorre ammettere che la tensione emotiva scende un po’, l’ispirazione qua e là cede e la voce sottile di Thomas Sanders finisce per sembrare poco duttile.
Un viaggio piacevole in compagnia dei Teleman
In ogni caso il bel legame con chi ascolta continua fino alla conclusione del programma grazie a un paio di scorci ancora molto belli (Twisted Heart e Fun Destruction, entrambe molto Franz Ferdinand) e a questa serenità un po’ strana che fa da compagnia di viaggio.
Arrivati a fine ascolto potrebbe essere una bella idea passare subito agli Idles e alla loro gioia barricadera e pensare che la musica salva sempre la vita. O, almeno, la giornata.
Be the first to leave a review.