Tre EP di Belle And Sebastian in un unico album.
La confezione non spiega che How To Solve Our Human Problems contiene i tre EP omonimi (parti 1, 2 e 3) usciti fra dicembre 2017 e febbraio 2018. Forse vuol dire che Belle And Sebastian consigliano l’ascolto tutto di fila delle 15 canzoni.
In realtà gli EP possedevano una loro logica interna (un pezzo con ambizioni da singolo, un pezzo con Sarah Martin voce solista, un pezzo più intricato e via dicendo) che così rischia di sfuggire. Per contro i due-tre momenti di scarsa incisività appesantiscono la sequenza nel suo insieme.
Al primo ascolto How To Solve Our Human Problems delude un po’
C’è poi un altro problema, più serio. Sono passati oltre 20 anni dalla precedente triade di EP, quelli che sarebbero andati a formare la splendida raccolta Lazy Line Painter Jane (*), forse il momento migliore nella carriera della band scozzese. Canzoni scintillanti di preoccupazioni e possibilità, frizzanti, poetiche, delicate eppure capaci di colpire al cuore. Canzoni per ragazzi e ragazze con qualche problemuccio di relazione, ma la capacità di sorriderci sopra.
Chiaro che la sfida a distanza, dopo qualche passo discografico incerto e un successo commerciale sempre limitato, poteva essere rischiosa. In effetti, soprattutto di primo acchito, la sconfitta del materiale recente pare netta. Melodie e idee suonano superficiali, l’ispirazione standardizzata, la voce di Stuart Murdoch risaputa.
Poi però, più per affetto che per altro, si insiste nell’ascolto e la situazione migliora parecchio. Si percepisce sovente un bel groove ballabile, ricollegabile a modelli quali Style Council e Orange Juice, e diventa piacevole la varietà di stili. Poor Boy è quasi disco, I’ll Be Your Pilot una soul ballad con l’oboe, We Were Beautiful sfodera un ritornello pop commovente, There Is An Everlasting Song parte alla Donovan e finisce proprio come un pezzo dei vecchi EP.
Belle And Sebastian e l’età matura
Qualche cambiamento si manifesta poi nella visione della vita. I’ll Be Your Pilot parla delle difficoltà nell’educare i figli (che 20 anni fa non c’erano), mentre The Girl Doesn’t Get It parla di disuguaglianze sociali e ragazzi cresciuti con internet (pure questi problemi 20 anni fa non esistevano). Nonostante tutto i nostri paiono comunque rilassati e abbastanza sereni. Persino l’amore infelice di A Plague On Other Boys è visto da una certa distanza, quasi fosse lo spunto per una serie tv.
Solo verso la fine, dunque nel territorio del terzo ep, ritornano in scena personaggi e sentimenti più malinconici. Si parla di “perpetua tristezza tutto intorno” (There Is An Everlasting Song) e delle “lacrime quando la bellezza ti dà un motivo/ Per non saltare dal ponte più alto” (Everything Is Now pt. 2).
Come nel caso di Tracey Thorn, è proprio la convivenza naturale fra stati d’animo molto diversi a far sì che non si smetta di volere bene a Belle And Sebastian.
(*) Li si trova, insieme a tre altri EP di epoca successiva, anche in un’altra raccolta, Push Barman To Open Old Wounds
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