I Baustelle e un classico sequel sbagliato.
Premessa: io son sempre stato consapevole di pregi e difetti dei Baustelle. Il loro citazionismo britpop nei suoni e nelle immagini, l’estetica anni’70 di un certo cinema italiano, la laziness nel porgere il cantato che tanto fa cantautore genovese ultimamente celebrato da una fiction… E questi sono i pregi.
C’è poi l’attitudine, come dicono gli inglesi, di sentirsi primi della classe (Different Class diranno i maligni) e di infarcire, come già fece il maestro di Enna, i loro testi con colte citazioni letterarie e le ardite prove d’orchestra…Insomma, sino all’Amore E La Violenza ho retto. Anche perché il dischetto era dichiaratamente non un cambio di rotta ma uno scendere a compromessi con l’ascoltatore. E poi qualche canzonetta buona la conteneva. Ma adesso non ci sono più scuse.
Già l’idea furbetta di riprendere la dicitura “Vol.” richiama quanto già sopra scritto. Però il giochino dopo pochi minuti già stufa.
L’Amore e La Violenza Vol. 2: un’autocelebrazione quasi sgradevole
Si, perché se il precedente capitolo, come dicevo, almeno aveva il pregio di lasciarsi ascoltare senza le lungaggini di Fantasma o le pesantezze dei Mistici dell’Occidente, qui si esagera. I cosiddetti nuovi 12 pezzi facili in realtà sono quanto di più autocelebrativo, narcisista e vetusto si possa ascoltare, dall’inizio che ruba l’ossigeno a Jean-Michel Jarre ai Pulp rifatti per l’ennesima volta, ai testi che , nel loro reiterato rimando a liquidi seminali, rapporti orali e gironi pasoliniani, questa volta hanno lo sgradevole effetto che si può avere quando il bambino ben educato comincia ad emanciparsi dicendo “Cacca!” a tavola.
I Baustelle hanno stancato?
E poi, caro Bianconi, basta con le tue sindromi abbandoniche e le considerazioni paramisogine esorcizzate attraverso le nostre orecchie e finanze…. In più ecco un brano dei tempi del Sussidiario alla faccia dei dodici nuovi… E, ancora, quel pezzi facili richiama sin troppo il Five Easy Pieces di cinematografica memoria.
Uno zibaldone di già sentito con l’appesantimento del “’mazza, quanto siamo bravi a fare canzoni pop sull’amore però senza fare rima con cuore” e che non spinge a reiterati ascolti neanche sotto minaccia di un Vol. 3. Volume che che probabilmente, come dicono di aver fatto per questo scempio, comporranno in tournée. Perché sì, si riparte e questa volta nei piccoli club. Gli stadi, evidentemente, non sono ancora pronti.
Aridateme i sordi! … E Amen…
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