Ben Chasny abbandona il moniker Six Organs of Admittance per The Intimate Landscape.
Per questo suo disco strumentale, The Intimate Landscape (Drag City), Ben Chasny ha deciso di abbandonare il moniker Six Organs of Admittance, che lo ha accompagnato per un quarto di secolo. La musica è esattamente quel che promette il titolo, una serie di canzoni con la chitarra acustica di Chasny protagonista assoluta, davvero minimo l’apporto qua e là del synth, che ci mostrano il virtuosismo del suo fingerpicking, ma soprattutto disegnano emozioni, sentimenti, stati d’animo, appunto quei paesaggi che più che della natura sono creazioni dall’animo umano. O più probabilmente sono paesaggi naturali che si rispecchiano nel nostro intimo e trovano corrispondenza e legami con il nostro sentire. Nel realizzarlo Chasny ha accettato la proposta rivoltagli dalla KPM Music e la Drag City, da sempre la label del musicista, ha pubblicato.
Un disco di impronta folk e ambient
Il fingerpicking di Ben Chasny ha la sua base di ispirazione nel folk degli Appalachi, ma non è privo di influenze ambient che rendono il suo ascolto un percorso affascinante e suggestivo, una musica riflessiva, a tratti perfino sommessa, mai invasiva, ma al contempo capace di catturare con l’intima dolcezza del suono delle corde della chitarra. L’atmosfera creata da Chasny è improntata a una sorta di stretto dialogo con chi ascolta, a volte si ha la sensazione che lui si trovi a suonare solo per te, a confessarti con le note della chitarra i suoi stati d’animo, le sue emozioni, e tu scopri che quello che ti sta comunicando lo stai ì provando anche tu o, meglio, che lui conosca le intime corde del tuo cuore e sia capace di toccarle attraverso l’arpeggio chitarristico e non c’è alcun bisogno di parole e di nient’altro.
Ben Chasny – The Intimate Landscape: musica per emozionarsi
Quella di Chasny è una musica fuori dal tempo, dalle mode, anche da quelle indie, ma anche contro il tempo di oggi, contro la realtà che tutto pervade e tutto travolge. Le note che con rara intensità, ma anche con leggerezza ci avvolgono rappresentano una nicchia nella quale rifugiarsi per vivere i propri sentimenti, gioie, dolori, ricordi, nostalgie. Prevalgono le atmosfere malinconiche, grigie che ben si sposano col periodo autunnale nel quale siamo immersi. Un disco adatto al raccoglimento e alla contemplazione. Del resto le accordature aperte utilizzate gli consentono di creare armonie ariose e ipnotiche che ci rimandano ai raga indiani e sottolineano quella tensione verso la trascendenza e il cielo stellato sopra di noi che ha sempre caratterizzato la sua opera.
Be the first to leave a review.