Quinto lavoro per la gallese Cate Le Bon.
Reward è disco rarefatto e nel complesso piuttosto ‘siderale’, con atmosfere dal sapore berlinese, città che fu, quasi 50 anni fa, punto di incontro di personalità musicali oggi riconosciute seminali e che avrebbero definito un’epoca con un suono asciutto di sintetizzatori e l’alienante compostezza formale della sessione ritmica.
Reward album quasi ‘berlinese’
In quest’ultimo progetto l’autrice sembra dichiarare il suo debito sonoro verso quel periodo: uso frequente di sassofono e tastiere, la musica che avanza in battute spezzate, legate da melodie stranianti. Le chitarre sono come depotenziate, la voce si muove in registri sussurrati tra falsetti ed emissioni vocali che non salgono mai di tono. Ed è sopratutto questa scelta stilistica del cantato che alla lunga rende il disco poco coinvolgente. Il risultato è che dopo un po’ sale la noia/irritazione. Inoltre va in parte perduto il dadaismo simpatico del precedente Crab Day
Cate Le Bon e un disco senza leggerezza
Non ce ne vorranno i fan della nostra, che ha il merito di avere creato comunque un lavoro coeso e anche affascinante o meglio, disturbante. Non è un album che si ascolta con leggerezza perché non la possiede in sé. Questo non è un demerito, ma la sensazione complessiva è che ci sia una forzatura di fondo.
Le canzoni di Reward
Scorrendo i dieci titoli contenuti in Reward (ci chiediamo simpaticamente a quale ricompensa faccia riferimento l’autrice) citiamo Miami, brano connotato da un ostinato di sassofono atmosfera industrial; Daylight Matters, melodicamente accattivante con il suo ritornello aereo; Mother’s Mother’s Magazines tra falsetti e suoni un po’ giocosi un po’ paranoidi con il sassofono ancora a disegnare il tema quasi marziale. Poi Magnificent Gesture con il suo intro ben sostenuto dalla sezione ritmica su cui plana una voce sottile e acuta unita ad incursioni di chitarra a disegnare raggelate scale tonali e Here It Comes Again, dove la chitarra e la voce si intrecciano con raffinatezza regalando il momento più equilibrato e riuscito del disco.
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