Cesare Malfatti racconta una storia e la Storia.
Magia e maledizione della musica. Anzi, maledizione e magia in questo caso. La maledizione è ascoltare La Storia è Adesso di Cesare Malfatti nel momento sbagliato e trovarlo troppo strutturato, troppo pensato, troppo intellettuale (ahi ahi, Il salvinismo fa breccia anche in chi dovrebbe esserne alieno?). Magia è riprendere quel disco dopo un mese e trovarlo intenso, vissuto commovente. E “pensato” nella giusta misura.
Cesare Malfatti e Valeriano Malfatti
Il lavoro prende spunto dalla figura del prozio di Cesare, Valeriano Malfatti. Quel Malfatti fu podestà di Rovereto dal 1886 al 1915, quando la città trentina era parte dell’Impero Austro-ungarico. Allo scoppio della Prima guerra mondiale venne accusato di irredentismo e internato a Katzenau, nei pressi di Linz. Terminato il conflitto fu nuovamente podestà fino al 1920 e senatore del Regno d’Italia. Ma c’è una cosa che conta più di questi elementi biografici fattuali: prima dello scoppio dell’orrida carneficina bellica, Valeriano Malfatti fu tra coloro che si impegnarono invano per una soluzione pacifica al problema delle cosiddette terre irredente.
La Storia è Adesso e i suoi 13 poeti
Il nostro Malfatti (che è stato l’anima sonica dei La Crus, come molti sanno) recupera le vicende del suo antenato e le trasforma in canzoni. La Storia è Adesso amplia lo spunto originario per collocarlo nel suo tempo, come è logico che sia, ma anche per trasportarlo nel presente. O meglio in un tempo che è quello dell’esistenza quotidiana, della storia privata di ognuno di noi e di come può essere influenzata dalla Storia.
I testi portano ben 13 firme diverse, per quanto presentino un tratto comune che possiamo definire eleganza, discrezione quasi. D’altronde argomenti come la guerra, la prigionia, il senso di appartenenza, lo spaesamento, l’inazione sono così forti che è giusto trattarli senza forzature e senza ideologie. Forse perché l’ideologia la hanno dentro. Lo dimostra, ad esempio, Quale Patria. Sono versi brevi, secchi in cui Giulio Casale fotografa la situazione dei soldati trentini nella guerra del 15-18. “Mio fratello è sul fronte per l’Austria, Come Mai…/ Né italiani né austriaci ma spie/ Che bugie Tu…/ Mio fratello è sul fronte di Russia e quale patria sente ormai”. Un altro brano, Chiavi (parole di Marina Petrillo), abbandona i contesti specifici e potrebbe raccontare di qualcuno che è costretto da eventi più grandi di lui a lasciare la propria casa: “Prima di lasciare casa mia conterò che cosa portar via/ Prima di lasciare la città/ Conterò le bestie e la pietà/ Conterò le ore/ Conterò le case/ Conterò le chiavi per chi ritornerà”.
La musica di La Storia è Adesso
A questo punto bisogna dire che stiamo parlando comunque di musica e che Malfatti (Cesare) ha scritto canzoni molto belle e pare sempre più a suo agio nel ruolo di cantautore elettronico. Potremmo dire che è il nostro James Blake, elegante, intelligente, sobrio, circolare, soavemente ipnotico. Oppure intenso senza farlo vedere, che è da sempre la sua cifra stilistica. E questa volta può contare sulla presenza come ‘special guests’ delle Macchine Intonarumori del futurista Luigi Russolo e il loro sommesso rumorismo poetico.
Con i suoi 15 pezzi La Storia è Adesso è un disco lungo e, in un certo senso, impegnativo. Al tempo stesso lo si può pensare come un libro (di storia, di attualità, di poesie) da ascoltare qualche canzone alla volta. Lo si ripone e lo si riprende quando è il momento giusto, come si diceva all’inizio.
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