Punk? Dal Giappone le Chai dicono che…

Punk non vuole essere il manifesto di un neo punk del sol levante. Punk sono dieci brani dal sapore melenso e zuccheroso. Punk è un album naif che non dice niente di nuovo. Punk è il seguito di Pink, prima fatica della girl band di Nagoya, e questo fa un po’ sorridere. Punk, in ogni caso, è un bel disco su cui vale la pena soffermarsi.
Chai e la new wave simpatica
Dietro un’apparente ingenuità nei modi di proporsi delle quattro ragazze, c’è senza dubbio un’idea che funziona. Le Chai si presentano con un look da tredicenni, e voci adeguate, per poi stupire fin dal primo ascolto. I riferimenti occidentali più prossimi inducono a pensare a gruppi come i Justice o i Chvrches, ma se ascoltiamo con maggiore attenzione si apre un mondo più antico e complesso.
La new wave anni ’80 ce la ricordiamo? Per alcuni era un genere a tinte cupe, ma i più attenti si ricorderanno di band quali i Devo o i B52’s che di “dark” avevano ben poco. Esplosioni di colori e ritornelli accattivanti, talvolta semplicissimi, sono riusciti a rimanere nella storia dell’epoca. Le Chai sembrano guardare in questa direzione aggiornando il tutto alla maniera orientale e contemporanea.
Le canzoni di Punk
Punk è un lavoro sicuramente ben strutturato, prodotto adeguatamente con un tìmbro lo-fi che lo rende appetibile anche a chi non ama le sonorità, a volte troppo barocche, della musica giapponese. Le nostre sono assolutamente adorabili. Tra easy listening e soluzioni interessanti le ragazze riescono a sedurre dimostrando anche di saper suonare più che dignitosamente.
Si parte benissimo con due brani di sicuro impatto: Choose Go e Great Job. Si rallenta un pochino con due episodi forse troppo abboccati, che però non guastano, per arrivare ai momenti migliori del tutto. I due brani più interessanti di Punk sono senza dubbio nella parte centrale del lavoro: This Is Chai e Fashionista. Il primo ha un che di addirittura originale: tirato al punto giusto scorre su una linea melodica scandita da un ritmo rumoroso “post- industrial-music”.
Con Fashionista siamo al top. Una canzone che suona come una presa in giro con tutti gli ingredienti necessari per smuovere anche i palati più raffinati ed esigenti. L’andamento funky-dance centra in pieno l’obiettivo e ci lascia stupiti come a dire: ma davvero ci piace questa roba? Ebbene si ci piace assai!
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