Ezra Furman e i suoi Twelve Nudes punk-ansiosi
La musica odierna è liquida, così liquida che se ne va via subito come se fosse un fiume. Esce Twelve Nudes (Bella Union) di Ezra Furman e ti rendi conto che il precedente Transangelic Exodus sembra lontanissimo nel tempo. Eppure è uscito appena un anno e mezzo fa. Ed è un buon disco.
Il ‘polimorfismo’ di Ezra Furman
Allora perché questo oblio? Nel caso di Ezra Furman, così come di altri suoi contemporanei, il problema sembra essere quello dell’eccesso di polimorfismo sonoro oppure l’eccesso di mimesi. In linguaggio civile: troppi nomi di riferimento, Transangelic Exodus sceglieva una dimensione da epos on the road che ogni tanto faceva pensare a un Meat Loaf con 70 chili in meno o a un Bruce Springsteen LGBT; Twelve Nudes invece è nevrastenico, schizzato, ansioso. Per rimanere in ambito ’70-’80 ricorda dei Cheap Trick accelerati sovrapposti a dei New York Dolls gay per davvero.
Se lo si prende per il verso sbagliato fa pensare a un lavoro deciso a tavolino. Se lo si prende bene, e se si considera il personaggio (uno che a un certo punto sognava di diventare rabbino ma si esibiva vestito da donna), può essere un disco deciso sul lettino. Lettino dell’analista ovviamente: “Devi far uscire la rabbia! Devi fare un disco punk”.
Troppa nevrosi fa male a Ezra
Il guaio è che i pezzi più nevrotici e più punk di Twelve Nudes risultano proprio quelli meno convincenti. Dovrebbero suonare spontanei, ma hanno un che di artefatto. O forse arte(s)fatto, sempre se si vuol pensare bene. Dove invece c’è un’idea di struttura compositiva Furman suona intenso, partecipe e, come sua caratteristica, sempre in bilico tra il fondo del pozzo e la scala per uscirne. E anche incisivo come non mai.
I pezzi migliori di Twelve Nudes
Evening Prayer (AKA Justice), Transition from Nowhere to Nowhere e In America sono, a loro modo, canzoni di protesta e mostrano uno sguardo sul mondo che esula dalle tematiche gender care all’artista e che si dimostra ricco di guizzi, sfaccettature e cultura: “Non mi interessa cosa intendesse dire Ben Franklin/ Cosa dicevano quei proprietari di schiavi/ Sono tutti morti/ Ci sono troppe canzoni rock/ Metti tutto in due minuti di canzone pop/ Avevo davvero bisogno di una canzone d’amore per l’America”. Turbo-gender è invece il lentone I Wanna Be Your Girlfriend, rassicurante nella melodia ma destabilizzante (soprattutto per l’autore) nel testo: “Stavo pensando di cancellare Ezra e diventare Esme”.
Dunque 12 Nudes (in realtà i “nudi” sono 11) è un buon disco che avrebbe potuto essere migliore. Però, tornando al discorso iniziale, proprio grazie alla sua dimensione ansiogena potrebbe restare in mente più degli altri lavori di Ezra Furman. Dipende dalla velocità del fiume.
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