Fiona Apple - Fetch The Bolt CuttersEpic - 2020

Fiona Apple al culmine della sua (tormentata) creatività.

Fiona Apple - Fetch The Bolt Cutters
Epic – 2020

Fiona Apple non è più l’adolescente inquieta che urla “the world is a bullshit” davanti al pubblico perplesso degli Mtv Award 1996, precludendosi da subito una carriera mainstream. E non è nemmeno più l’artista problematica che canta storie maledette e tre anni dopo decide di intitolare il suo secondo album con i versi di un’intera poesia scritta da lei stessa (titolo poi abbreviato con le prime parole: When The Pawn). Nel 2005 la Sony blocca la pubblicazione del terzo album considerandolo poco commerciale, poi una pausa fino al 2012 quando The Idler Wheel conquista definitivamente la critica musicale mondiale.

Quindi di chi stiamo parlando? Di un’artista tormentata, ribelle, stravagante, dotata di una vivacità creativa che si esprime compiutamente con Fetch The Bolt Cutters. Oggi Fiona Apple ha 43 anni e un passato – ma anche un presente – complicati, che fanno capolino in ogni spazio della sua modalità artistica.

Fetch The Bolt Cutters è aspro e originale: praticamente un capolavoro

Otto anni di silenzio per un’artista possono essere pericolosi in un momento in cui i protagonisti dello star system cercano di occupare più spazio possibile; il rischio è quello di cadere nell’oblio. Discorso che non vale per Fiona Apple per un motivo molto semplice: lei ha talento. Riesce a trasformare traumi e dolori personali in un capolavoro disarmante che spiazza e meraviglia grazie a canzoni grezze, dissonanti, assemblate in un incedere rutilante, nervoso e caotico.

 

Fetch The Bolt Cutters ti prende per il collo all’inizio e molla la morsa solo alla fine. L’album è stato registrato interamente nella casa dell’artista a Venice Beach usando pochi strumenti opportunamente strapazzati. Pianoforte e batteria picchiano senza posa, insieme ad altri oggetti destinati comunemente all’uso domestico. Poco altro si ascolta, se non qualche accenno di basso e chitarra e una voce a tratti limpida e in altri momenti infuocata: tredici brani che si dischiudono come perle senza un attimo di cedimento.

Le nuove canzoni di Fiona Apple e il perché di tanto entusiasmo

Si parte con I Want You To Love Me: una perfetta dichiarazione di intenti. L’angelico arpeggio di pianoforte e la voce suadente si spostano presto su un registro più nervoso e la ballata si converte in un meraviglioso gorgheggio sbilenco. Con Shameika si procede in modo analogo. Arriviamo velocemente alla title-track, uno dei momenti migliori dell’album. Fiona Apple canta con l’amica fotomodella Cara Delevingne in un’atmosfera cool-casalinga (cani compresi) su una linea melodica semplice e a tinte tenui, praticamente perfetta.

In realtà è difficile analizzare brano per brano un album che arriva come un’esplosione in un periodo particolare. Segnaliamo solo alcuni momenti che probabilmente resteranno nella memoria per lasciare “ai posteri l’ardua sentenza” su cosa sia più affascinante. I refrain scanditi di Under The Table scorrono in un “cantabile” in apparenza disimpegnato, mentre Apple, in agguato dietro l’angolo, canta “Kick me under the table / All you want/ I won’t shut up”.

 

Newspaper è uno splendido crescendo di voce, controcanti e percussioni in un contesto rabbioso mentre For Her cambia di nuovo atmosfera suonando come un “divertimento a più voci” con un testo drammaticamente autobiografico: “You raped me in the same bed your daughter was born in”. Un’ulteriore nota di merito va assegnata a Ladies, un vero pezzaccio soul stravagante e lacerato che completa un lavoro che al momento ha convinto tutti. Fiona Apple è in quarantena volontaria da anni. I suoi disturbi ossessivo-compulsivi la costringono a scelte fuori dall’ordinario e la decisione di far uscire il nuovo album in un tempo storico in cui tutto il mondo è in quarantena suona quantomeno bizzarra o … profetica?

Fiona Apple – Fetch The Bolt Cutters
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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