Il ritorno apocalittico dei Godspeed You! Black Emperor
Gruppo faro della scena post-rock assieme a Explosions In The Sky e Mogwai, i Godspeed You! Black Emperor si sono sempre contraddistinti per le atmosfere cupe e disperate che la loro musica riesce a descrivere. Luciferian Towers non fa certo eccezione. Già dal titolo, di per sé estremamente sulfureo.
Undoing A Luciferian Towers è anche la prima delle otto tracce che costituiscono l’album. La breve descrizione che accompagna la canzone, resa disponibile sul sito bandcamp del gruppo, non lascia adito a dubbi: le torri di Lucifero che devono essere abbattute sono i grattacieli di ferro e vetro che disegnano lo skyline delle grandi capitali della finanza. ” look at that fucking skyline! big lazy money writ in dull marble obelisks!” tuonano i canadesi. Sonorità metalliche e a tratti raggelanti si susseguono per tutto il corso del brano, conferendogli un andamento sospeso fra attesa e disperazione, come se per davvero un vento freddo soffiasse in un paesaggio metropolitano invernale e facesse vibrare gli scheletri di ferro e vetro degli edifici. Toni davvero epici che si trasformano quasi in una marcia trionfale sul finale, che ricorda le colonne sonore di certi film western.
https://www.youtube.com/watch?v=YOWsAvHrsns
Musica e critica sociale si alternano in tutto l’album
Bosses Hang è il titolo successivo, che in realtà si dipana in tre capitoli consecutivi. Vera critica della moderna società capitalistica fondata sul lavoro alienato e sullo sfruttamento, come spesso accade nella musica dei Godspeed You!, Bosses Hang si presenta con una trama ossessiva e ripetitiva, specie nel secondo episodio, che pare non volere mai terminare fino a risolversi nella terza parte che prelude ad una sorta di riscatto dei più deboli verso i forti. “What we need now is shovels, wells, and barricades!” ci dicono i canadesi, in un crescendo martellante, scandito da chitarre, batterie e archi.
Arriva poi Fam/Famine, che pare davvero ambientata in una selva canadese abitata da animali selvaggi ed affamati. Ulteriore metafora di una società in cui gli ultimi sono affamati e cacciati dalle proprie terre, ha struttura e sonorità estremamente cinematografiche, ed il perfetto preludio per il brano in chiusura.
Anch’esso organizzato in tre capitoli, Anthem For No State non è solo un brano musicale ma un vero e proprio manifesto politico. “Kanada, emptied of its minerals and dirty oil. emptied of its trees and water. a crippled thing, drowning in a puddle, covered in ants. the ocean doesn’t give a shit because it knows it’s dying too”, spiegano i Godspeed You! a dispetto della fama diffusa di paese ricco e benestante che precede il Canada.
Un manifesto politico di grande impatto ma riuscito a metà
Nonostante tutte le buone intenzioni e premesse, Luciferian Towers è un progetto riuscito a metà. Se infatti da un lato il concept e lo sfondo politico sono interessanti e coraggiosi, a livello musicale siamo nel solco della più classica produzione GYBE. Il livello e la qualità della band sono indiscutibili, ma la loro musica appare una continua rilettura di quanto fatto in precedenza, senza alcuna vera novità.
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